
Il fatto che la Maison Gonet-Médeville abbia da poco compiuto 20 anni di età non dovrebbe trarre in Inganno rispetto all’effettiva importanza di questa cantina di Bisseuil, nel versante sud-orientale della Montagne de Reims, in Champagne. La coppia proprietaria, Xavier Gonet e sua moglie Julie Médeville, sono infatti i rispettivi discendenti di una celebre famiglia di viticoltori della Champagne (i Gonet) e di una famiglia con diverse proprietà a Bordeaux, tra cui Château Gillette e Château Les justices (i Médeville). Conosciutisi a una degustazione a Reims, Xavier e Julie si sono sposati l’anno successivo e quando, nel 2000, si dovette procedere alla divisione delle terre di proprietà del nonno di Xavier, questi ne rilevarono 2 ettari, il primo appezzamento della cantina, situato principalmente nei 3 villaggi di Bisseuil, Ambonnay e Mesnil-sur-Oger. La politica di acquisto dei terreni è poi proseguita lentamente, fino ad arrivare all’estensione attuale di circa 12 ettari, suddivisi tra 8 comuni, 3 Grand Cru (Mesnil-Sur-Oger, Oger e Ambonnay) e 5 Premier Cru (Mareuil-Sur-Aÿ, Bisseuil, Billy Le Grand, Trépail e Vaudemange).
Secondo quanto raccontato dalla stessa coppia, la scelta dello stile produttivo nacque dal fatto che Xavier e Julie concordavano sul fatto che il gusto degli Champagne degli anni ’20, ’30 e ’40 aveva un livello qualitativo nettamente superiore rispetto a quello degli anni successivi. Tirando le somme, i due coniugi si resero conto che, per riproporre lo stile di quei vecchi champagne, bisognava partire dalle vigne, abbandonando i rimedi chimici moderni (anticrittogamici, fertilizzanti, diserbanti etc.) e tornando a un approccio organico. Il risultato è stato una viticoltura di “sottrazione” che impiega pochissimi aiuti naturali (come il concime a base di letame) e obbliga le viti a scavare in profondità nel terreno gessoso, alla ricerca di nutrienti, producendo una quantità minore di frutti dalla maggiore complessità. In questa ottica, il lavoro in cantina è diventato la logica prosecuzione di quello in vigna, dove i vini non vengono chiarificati né filtrati o decantati a freddo, al fine di restituire il gusto del grappolo nella sua interezza.
Il primo Champagne prodotto fu questo Brut Tradition Premier Cru, tutt’oggi il loro biglietto da visita, un classico assemblage composto principalmente da Chardonnay (70%) , con un po’ di Pinot Nero (25%) e un saldo residuale di Pinot Meunier (5%) dai comuni di Bisseuil (80%), Mesnil sur Oger (15%) e Mareuil-Sur-Aÿ (5%). Dopo la vendemmia manuale, le uve, una volta pressate, vengono vinificate in tini (70%) e botti (30%), ed in essi affinano per 7 mesi; quindi il vino viene imbottigliato e passa 2 anni in contatto con i lieviti, prima della sboccatura e della definitiva chiusura con il tappo a fungo.
La mia bottiglia, composta principalmente dall’annata 2012 e sboccata a Settembre 2016, sfoggia un colore giallo paglierino abbastanza intenso, con un perlage fine e abbondante, e un ventaglio di sentori che si apre su note di scorza di limone, ribes rosso, fiore di tiglio e pesca sciroppata, con un contorno di miele di corbezzolo, kumquat e brioche fragrante, ed echi di nocciola tostata e osso bruciato. Il gusto è immediatamente cremoso, grazie all’abbondante perlage, con una buona concentrazione gustativa e una scintillante e dissetante acidità agrumata che fa da sfondo al ritorno, per via retro-olfattiva, della frutta gialla surmatura e dell’osso bruciato, presenti fino alla chiusura di buona lunghezza e persistenza.
Punteggio: 90/100
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