
Per tentare di spiegare il successo della Cantina Cecilia Beretta occorre fare qualche passo indietro, e partire dal gruppo di cui fa parte, di proprietà della famiglia Pasqua. Questo gruppo nacque nel lontano 1925 con l’intenzione di valorizzare la viticoltura veneta, con vini prodotti nella cantina di San Felice, in provincia di Verona. Oggi il gruppo Pasqua è un gigante che produce circa 15 milioni di bottiglie con uve provenienti da oltre 300 ettari di vigneti (tra quelli di proprietà e quelli gestiti in affitto).
All’interno di questo colosso esistono però delle micro-realtà che, pur rimanendo amministrate dal gruppo, hanno conservato una loro autonomia produttiva. Questo è il caso di Cecilia Beretta, una cantina sviluppatasi, a partire dagli anni ’80, su terreni acquistati in zona Mizzole e San Felice alla fine degli anni ’40. Questa realtà vanta un’estensione di 50 ettari di proprietà più 35 in affitto e produce circa 200.000 bottiglie sotto l’attenta gestione enologica di Carlo Olivari e Giovanni Nordera. Gli attuali proprietari, Umberto, Riccardo e Alessandro Pasqua, hanno sempre avuto per questa piccola cantina una particolare predilezione, anche perché essa rappresenta il più alto ed esclusivo vertice qualitativo dell’azienda tout court.
Tra le bottiglie prodotte merita una menzione speciale l’Amarone Classico Riserva Terre di Cariano, un vero e proprio blockbuster che, da almeno 20 anni, continua a fare incetta di premi nazionali ed internazionali, con una facilità disarmante. Si tratta di un vino che nasce da uva Corvina (60%,), Rondinella (25%), Corvinone (5%), Croatina (5%) e Oseleta (5%) allevate in una zona estremamente prestigiosa, San Pietro in Cariano, ad un’altitudine tra i 150 e i 200 metri, su terreni di origine alluvionale, con sedimenti fini, ghiaiosi e calcarei.
Dopo la raccolta manuale, le uve sono adagiate delicatamente nel fruttaio, dove saranno lasciate appassire per 3 mesi, al termine dei quali saranno pigiate e lasciate fermentare in acciaio per circa un mese, a temperatura controllata, con continue follature manuali. Il vino viene lasciato affinare per due anni in barriques (70%) e tonneax (30%), da cui sarà travasato di nuovo in acciaio, per ottenere il perfetto equilibrio tra le varie parcelle, prima dell’imbottigliamento e della commercializzazione.
L’annata 2013 sfoggia un colore rubino davvero intenso, con una evidente consistenza, e con profumi principali di sciroppo d’amarena, prugna cotta, pot pourri e cioccolato fondente, seguiti da Alkermes, carrubo, arancio candito e ramo di china, ed echi conclusivi di cuoio, vinile e ebanisteria. Il palato stupisce poiché, nonostante la morbidezza glicerica, il calore alcolico (15,5°) ed il lieve residuo zuccherino, il sorso non stanca per nulla, grazie a una eccellente freschezza, anche balsamica che, assieme alla frutta rossa surmatura e a una punta di pepe, lo accompagna fino alla chiusura ed ad una persistenza di notevole lunghezza.
Punteggio: 93/100
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