
Sono davvero poche le Maison di Borgogna che, come quella di Bouchard Père & Fils, fondata a Beaune da Michel Bouchard nel 1731, possono vantare quasi 300 anni di storia. Per arrivare ai primi vigneti di proprietà, bisognerà però aspettare il 1775, quando Joseph Bouchard ne acquistò alcuni appezzamenti nel celebre 1er Cru di Volnay “Caillerets”, dando anche il via, nel contempo, alla costruzione della tenuta di famiglia. A Joseph seguì il figlio Antoine Philibert Joseph Bouchard che, nel 1791, acquistò dal governo alcuni appezzamenti espropriati, in seguito alla Rivoluzione Francese, al clero e alla nobiltà. Da allora prese avvio un percorso di acquisizione che è proseguito tanto nel 19° quanto nel 20° secolo e che ha portato questa Maison a possedere un patrimonio invidiabile di 130 ettari di vigneti tra Côte de Beaune e Côte de Nuits.
Oggi i terreni di proprietà, che si estendono lungo 48 chilometri da nord a sud, sono suddivisi in oltre 450 diverse parcelle gestite da più team di lavoro, ognuno assegnato ad uno specifico settore. In tutte le vigne della Maison si praticano forme di viticoltura sostenibile certificata, con l’intenzione di fornire uve il più sane possibili che, nel periodo vendemmiale, vengono raccolte in piccole cassette ed inviate alla cantina, dove affrontano una accurata selezione sui tavoli di cernita. Le masse vengono vinificate nella nuova cantina (terminata nel 2005) di Savigny-lès-Beaune, passando da una fase all’altra esclusivamente per mezzo della forza di gravità, per poi affinare nella cantina posta 10 metri sotto il livello del suolo, in una delle 4000 botti di diverse capacità.
Nonostante non si tratti del vino più prestigioso prodotto, il Beaune Grèves Vigne de l’Enfant Jesus ha sempre goduto di un particolare apprezzamento da parte di una nutrita schiera di appassionati. Il vino prende nome dall’omonimo Clos di 3,2 ettari, acquistato nel 1791 e facente parte di quei beni confiscati di cui ho parlato poco fa. Sembra che il nome del vigneto vada ricollegato al fatto che Marguerite du Saint Sacrement, fondatrice delle carmelitane dei “Domestiques de la famille du Saint Enfant Jésus”, aveva predetto, intorno al 1635, alla moglie di Luigi XIII, la sterile Anna d’Austria, la nascita del futuro “Re Sole” Luigi XIV. Dopo questo parto miracoloso la vigna, che apparteneva alle carmelitane, prese, nel 1639, il nome con cui è attualmente conosciuta e, di conseguenza, lo prese anche l vino che se ne ricavava.
Oggi questo Pinot Nero, dopo un’attenta vendemmia manuale, in cassette da 13 chili, subisce una diraspatura totale o parziale (a seconda dell’annata), viene quindi pressato delicatamente, per poi fermentare in piccoli tini con l’ausilio dei soli lieviti indigeni. Dopo una macerazione di 15-20 giorni complessivi, il vino viene lasciato affinare per poco più di un anno in piccole botti di rovere (dal 30 al 50% nuove) e, quindi, è pronto per la messa in commercio.
L’annata 2006 sfoggia un colore rubino di buona intensità con un ventaglio olfattivo che parte su note di creme de cassis, prugna cotta, pot pourri e geranio disidratato, seguite da scorza d’arancia, fiori di zagara, pepe nero e vinile, con echi conclusivi di cuoio, grafite ed ematico-ferrosi. Il sorso colpisce per una evidente matericità che però viene contenuta con estrema eleganza da una vena fresca, quasi citrina, e da tannini mirabilmente cesellati; il tutto mentre ritornano per via retro-olfattiva la frutta rossa, la spezia e la componente ematico-ferrosa, con quest’ultima che persiste anche dopo una chiusura di succosa lunghezza.
Punteggio: 93/100
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