La famiglia Léclapart coltiva la vite da tre generazioni nel piccolo villaggio di Trépail, a nord di Ambonnay, nel cuore dell territorio di Reims, la leggendaria “Montagne” dello Champagne. La cantina è oggi diretta da Davíd che, prima di proseguire il lavoro dei genitori, si è formato alla scuola agrobiologica di Beaujeu e ha trascorso 2 anni di tirocinio presso Leclerc-Briant. Nel 1997, appena cominciato a lavorare i terreni di famiglia, 2 ettari e 85 are suddivisi in 22 parcelle, David li convertì alla agricoltura biodinamica.
La sua analisi del terroir su cui insistono i suoi vigneti, esposti a sud est e tutti classificati a Premier Cru, lo aveva portato a a constatare come la ricchezza di silice, e le temperature estremamente rigide, fossero fattori potenzialmente ideali per produrre vini di eccellente acidità e grande potenziale d’invecchiamento. Da queste considerazioni scaturisce la scelta di non utilizzare vini di annate diverse per i propri Champagne, ma di produrre esclusivamente vini da singola annata, e di non ricorrere alla chaptalisation (l’aggiunta di zucchero al mosto prima della fermentazione al fine di aumentare il tenore alcolico del vino). Lo scopo di queste scelte è quello di consegnare all’appassionato bevitore un prodotto capace di fotografare in modo fedele e puro le caratteristiche di ogni signola annata prodotta.
Tra i vini più celebri di questo minuscolo produttore figura senza dubbio L’Apôtre, uno Chardonnay in purezza ottenuto dalle uve del minuscolo vigneto La Pierre St-Martin di Trépail, con viti piantate dal nonno di Davíd nel 1946. Una volta arrivate in cantina e spremute delicatamente, le uve fermentano in maniera spontanea grazie ai lieviti indigeni, mentre il vino di base ottenuto affina per circa un anno in barrique, dove svolge anche la fermentazione malolattica. Per la presa di spuma e la maturazione sui lieviti, i vini vengono imbottigliati senza anidride solforosa, senza filtrazione né stabilizzazione a freddo, e una volta sboccati, sono ricolmati senza dosage.
L’annata 2013, sboccata nel luglio 2018 (come recita la retroetichetta), è caratterizzato da un bel colore dorato e da una spuma decisamente molto delicata, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di pesca gialla e albicocca surmature, fieno e lievito madre, seguite da croissant, crema pasticcera, erba in fermento e nocciola tostata, con echi conclusivi di Sherry Fino e conchiglia combusta. Il palato è attraversato da una sensazione di morbidezza glicerica che si alterna a quella acida e lievemente ossidata, mentre il delicato perlage, quasi vellutato, porta con se anche la componente sapido/minerale; il tutto mentre ritornano la frutta gialla surmatura e lo Sherry Fino che accompagnano il sorso fino a una succosa chiusura.
Punteggio: 93/100
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