
La famiglia Léclapart coltiva la vite da tre generazioni nel piccolo villaggio di Trépail, a nord di Ambonnay, nel cuore dell territorio di Reims, la leggendaria Montagne dello Champagne La cantina è oggi diretta da David che, prima di proseguire il lavoro dei genitori, si è formato alla scuola agrobiologica di Beaujeu e ha trascorso 2 anni di tirocinio presso Leclerc-Briant. Nel 1997, appena cominciato a lavorare i terreni di famiglia, 2 ettari e 85 are suddivisi in 22 parcelle, David li convertì alla agricoltura biodinamica.
La sua analisi del terroir su cui insistono i suoi vigneti, esposti a sud est e tutti classificati a Premier Cru, lo aveva portato a constatare come la ricchezza di silice, e le temperature estremamente rigide, fossero fattori potenzialmente ideali per produrre vini di eccellente acidità e grande potenziale d’invecchiamento. Da queste considerazioni scaturisce la scelta di non utilizzare vini di annate diverse per i propri Champagne, ma di produrre esclusivamente vini da singola annata, e di non ricorrere alla chaptalisation (l’aggiunta di zucchero al mosto prima della fermentazione al fine di aumentare il tenore alcolico del vino). Lo scopo di queste scelte è consegnare all’appassionato bevitore un prodotto capace di fotografare in modo fedele e puro le caratteristiche di ogni signola annata prodotta.
A partire dal 2010, a causa di alcuni problemi con le uve vendemmiate dalle due parcelle più giovani possedute, David ha deciso di non produrre il suo Rosé da 100% Pinot Nero, non potendo fare una macerazione adeguata, ed ha optato per un Blanc de Noirs che ha chiamato L’Astre. Si tratta di un vino che svolge la fermentazione alcolica spontanea e malolattica in barriques, maturando al loro interno per circa un anno, prima di venire assemblato e rifermentare in bottiglia per circa 4 anni. Fortunatamente, questo champagne ha avuto fin da subito un grande apprezzamento tra i palati più esigenti, quindi l’esperimento è stato ripetuto di anno in anno (ad eccezione del 2014).
La bottiglia assaggiata è l’ultima annata prodotta, la 2015 (sboccatura 2019), e già dal colore si intuisce che, essendo stata prodotta al posto del Rosé (che è definitivamente uscito dalla linea della Maison), ne ha ereditato in parte l’aspetto cromatico, visto che sfoggia un colore oro antico decisamente tendente al ramato. Il perlage finissimo, mai eccessivo, (una caratteristica firma della cantina), precede un ventaglio di profumi che inizia dalla caratteristica nota ossidata di Sherry oloroso unita a pesca sciroppata, caramello salato, scorza d’arancia e croissant, seguita da susina, marzapane, nocciola tostata e burro di Normandia, con echi conclusivi di osso bruciato e boisée. In bocca il vino è ricco, sia da un punto di vista tattile, con la cremosità delicata del perlage, che gustativo, con un piacevole jeu à trois between the bitter acidity of oxidation, mineral sapidity and smoky notes, and a retro-olfactory return of sherry, orange peel and burnt bone which accompany the sip until the long closing.
Punteggio:94/100
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