
La meritata fama dell’azienda vitivinicola Le Macchiole è un argomento su cui concorda la totalità dei critici enologici italiani e internazionale. D’altro canto non sono molte le cantine che possono vantare la produzione di ben tre etichette di vini rossi che, sistematicamente, si collocano ai vertici della produzione dell’areale di Bolgheri. La storia di questa cantina comincia quasi 40 anni fa, nel 1983, quando Eugenio Campolmi, coadiuvato dalla moglie Cinzia Merli, acquistano i primi 4 ettari di vigneto sulla via Bolgherese, una zona ancora abbastanza sconosciuta per la produzione del vino.
La morte prematura di Eugenio (nel 2002) rimescola le carte, ma Cinzia dà prova di grande temperamento, prendendo in mano con decisione l’azienda, coadiuvata da suo fratello Massimo (responsabile dei vigneti), da Luca d’Attoma (l’enologo) e da un team giovane ed efficiente. Sotto la guida di questa squadra l’azienda si espande, fino a raggiungere gli attuali 27 ettari di estensione, e raccoglie i primi importanti riconoscimenti, come i 100 punti assegnati al Messorio 2004 da Wine Spectator nel 2007, o il titolo, assegnato nel 2008 della rivista americana Wine & Spirits, di “Winery of the Year”. Nel frattempo la squadra si è allargata, con l’entrata in azienda dei figli di Cinzia ed Eugenio, Elia (che affianca Massimo Merli in vigna), e Mattia (impiegato nella divisione Marketing e Commerciale), e con Luca Rettondini che, dal 2014, ha assunto la guida enologica della cantina, sostituendo D’Attoma.
In vigna viene adottato un approccio biologico, con studi sulla riduzione del rame (usato già molto poco) e sulla totale eliminazione dello zolfo, e l’utilizzo dei preparati biodinamici 500 (il cornoletame), per la vitalità del terreno, e 501 (il cornosilice) per quella delle foglie e del frutto. In fase di lavorazione si pratica una tripla cernita delle uve (la prima in pianta, la seconda sul grappolo intero e la terza sui singoli acini) che consente di avere soltanto i chicchi migliori, in grado di sostenere lunghe macerazioni (per ottenere la massima estrazione e complessità possibili), e le fermentazioni alcolica e malolattica spontanee.
Dai vigneti Puntone, Vignone, Casa Nuova e I Sommi, a partire dal 2004, si ottiene il Bolgheri Rosso Doc, un vino che, pur essendo quello di ingresso, riveste una grande importanza per la cantina poiché rappresenta il modo in cui Le Macchiole interpreta il tradizionale gusto bolgherese. Si tratta di un blend di Merlot (50%), Cabernet Franc (20%), Cabernet Sauvignon (20%) e Syrah (10%), fermentati e macerati in acciaio, e affinati in barriques, di secondo e terzo passaggio (80%), e cemento (20%) per circa un anno.
L’annata 2018, abbastanza canonica seppur caratterizzata da un eccesso di umidità nel terreno, sfoggia un colore rubino intenso, con venature porpora, e un ventaglio di profumi che parte dalla frutta rossa, con ciliegia Ravenna, prugna cotta e mora selvatica, seguita da un floreale di petalo di rosa, pot pourri di violetta e richiami erbacei, e da una componente balsamico-speziata di menta e liquirizia. Il gusto di calda morbidezza ed eccellente freschezza acido-balsamica, colpisce per la cesellatura del tannino davvero morbido ed elegante, con un ritorno fruttato e speziato che accompagna il sorso fino a una chiusura di buona lunghezza.
Punteggio: 89/100
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