Non sono molti i produttori che si identificano con uno specifico areale produttivo tanto quanto la famiglia Dugat fa da circa 70 anni con la municipalità di Gevrey-Chambertin. Questo piccolo domaine familiare, infatti, continua a dedicarsi esclusivamente ai suoi sei ettari di vigneto (3 di proprietà e 3 in affitto, ma con il pieno controllo sulla loro gestione) nonostante la fama dei vini crei una richiesta di mercato di gran lunga superiore al numero di bottiglie prodotte.
Tutto comincia nel 1956, quando Maurice Dugat acquista una chiesetta medievale sconsacrata, costruita nel 1219 sulle macerie di un antico tempio dell’epoca gallico-romana, che veniva utilizzata come magazzino di raccolta della decima di uve e/o cereali sempre a favore della chiesa locale. Proprio per questo motivo il primo nome della cantina sarà Cellier des Dimes, ovvero Cantina delle Decime. Il punto di svolta avviene negli anni ’90, quando il figlio di Maurice, Claude Dugat, comincia ad apporre il proprio nome sull’etichetta delle bottiglie prodotte, riuscendo a divenire in brevissimo tempo uno dei punti di riferimento per i vini di Gevrey-Chambertin. Nei primi anni 2000, Claude viene affiancato dal figlio Bertrand che, dopo una decina d’anni, raccoglie dal padre il testimone della cantina e comincia a gestirla, occupandosi principalmente delle tecniche di cantina, con l’aiuto delle sorelle Jeanne e Laetitia, responsabile (quest’ultima) della conduzione dei vigneti.
Le caratteristiche dei vini firmati da Bertrand sono rimaste però le stesse del padre Claude e si basano prima di tutto su un lavoro biologico e naturale, nei vigneti, che porta ad ottenere grappoli i cui acini sono grandi appena la metà di quelli degli altri viticoltori. A questo va aggiunta la scelta di non protrarre la maturazione sulla pianta, e di raccogliere le uve con un alto livello di acidità che si traduce in una grande freschezza dei vini, una delle caratteristiche di questa cantina. Il diverso rapporto tra bucce e polpa degli acini fa si che, in cantina, Bertrand utilizzi un approccio molto leggero, diraspando completamente i grappoli e impiegando un tempo di maturazione che non supera le 2 settimane, con due follature giornaliere molto delicate, e senza rimontaggi, per limitare l’estrazione. È così che nasce anche il Bourgogne Rouge, ottenuto sempre da vigneti situati nella municipalità di Gevrey-Chambertin, che fermenta in vasche di cemento soltanto per sei giorni e che affina 18 mesi in botti di legno non di primo passaggio.
L’annata 2016 sfoggia un colore rosso rubino intenso, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di ciliegia Ravenna, granatina di amarena, ribes rosso e Rosa Tea, seguite da arancia sanguinella, oliva nera, ramo verde di china e vinile, con echi conclusivi di caffè tostato e tabacco biondo. Il palato ha un attacco in cui la freschezza agrumata è accompagnata a una buona sapidità minerale, con un tannino vellutato appena accennato e una punta di pepe bianco; il tutto arricchito dal ritorno della frutta rossa fresca e del floreale che accompagnano il sorso fino ad una chiusura di buona lunghezza.
Punteggio: 88/100
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