
La storia di Poggio Argentiera inizia nel 1997 quando Gianpaolo Paglia, un agronomo e ricercatore scientifico originario della Maremma, e sua moglie Justine Keeling, una marketing manager inglese, acquistarono il Podere Adua, una prestigiosa tenuta di fronte a Marina di Alberese, in provincia di Grosseto. Si trattava di un appezzamento di 6 ettari di vigneti, a 5-6 chilometri dal mare, creato all’inizio del ‘900, l’epoca della bonifica di quelle terre, al confine con il Parco naturale della Maremma. Gianpaolo e Justine, che avevano cominciato a produrre fin da subito il celeberrimo vino maremmano Morellino di Scansano docg, ci misero poco ad ottenere i primi successi e così, già nel 2001, dopo la realizzazione della nuova cantina di vinificazione, espansero la tenuta con l’acquisto di ulteriori terreni nell’entroterra toscano, a 30 chilometri dal mare, nel comune di Scansano, il Podere Keeling, a circa 200 metri di altitudine.
Mentre dal Podere Adua nascevano vini più solari, generosi e mediterranei, anche per via della brezza marina e del clima mite per tutto l’anno, nel Podere Keeling il clima più fresco e il suolo più povero e sassoso consentivano la produzione di vini più raffinate ed eleganti. Questa impostazione, oltre alla scelta del regime biologico dal 2009, è rimasta immutata fino ai giorni nostri, nonostante nel 2015 la cantina sia stata acquistata dal gruppo Tua Rita, con il ventitreenne Giovanni Frascolla (nipote di Rita Tua) posto saldamente al comando della tenuta nel 2020.
Tra i vini prodotti dai primi proprietari e, purtroppo, attualmente fuori produzione, vale la pena parlare del Bucce, un’Ansonica in purezza ottenuto dai vigneti del Podere Adua. Questo vino deve il nome proprio alla metodologia produttiva che prevedeva, dopo una raccolta manuale in cassette da 20 chilogrammi, una vinificazione con macerazione sulle bucce per circa una settimana, a temperatura controllata. Dopo 6 mesi di affinamento, in parte in cemento ed in parte in tonneaux, il vino, imbottigliato senza filtrazioni, era pronto per la messa in commercio.
L’annata 2012, nonostante non si tratti di un vino concepito per l’invecchiamento, mostra un colore giallo dorato opalescente con qualche lieve sfumatura ambrata, ed un ventaglio di sentori che si aprono su note di pesca gialla, fieno secco, scorza di cedro candita e kumquat, seguite da pera conference, biancospino, miele di acacia e iodio, con echi conclusivi di Sherry Fino e idrocarburi. Il sorso è spiazzante per via del contrasto tra morbidezze e acidità che si arricchisce, con il passare dei secondi, di una vena sapida e di una lieve sensazione tannica (dovuta alla macerazione sulle bucce), il tutto mentre ritornano retro-olfattivamente la frutta, lo iodio e lo Sherry che accompagnano il sorso fino a una chiusura di discreta lunghezza.
Punteggio: 88/100
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