Quattro chiacchiere con Paolo Tealdi, Direttore della Tenuta Oltrenero
00:57 – Cosa significa fare vino nell’Oltrepò Pavese
01:25 – Cenni sulla tenuta Oltrenero
02:21 – Lo Champagne italiano [Leggi di più…] infoPaolo Tealdi e la Tenuta Oltrenero
storie di vini e viticoltori
Quattro chiacchiere con Paolo Tealdi, Direttore della Tenuta Oltrenero
00:57 – Cosa significa fare vino nell’Oltrepò Pavese
01:25 – Cenni sulla tenuta Oltrenero
02:21 – Lo Champagne italiano [Leggi di più…] infoPaolo Tealdi e la Tenuta Oltrenero
Quattro chiacchiaere con Paolo Torti, Direttore della Tenuta Oltrenero
01:05 – Cosa significa fare vino nell’Oltrepò Pavese
01:25 – Cenni sulla tenuta Oltrenero
02:13 – Lo Champagne italiano [Leggi di più…] infoPaolo Tealdi e la Tenuta Oltrenero
Quattro chiacchiere con Chiara Torti, ultima generazione della cantina Pietro Torti
01:12 – Cosa significa fare vino nell’Oltrepò Pavese
02:07 – Viticoltori da generazioni
04:02 – Un anno di lavoro pt.1 (riposo vegetativo, potatura, rimozione dei rami secchi) [Leggi di più…] infoChiara Torti e la cantina Pietro Torti
Quattro chiacchiere con Chiara Torti, ultima generazione della cantina Pietro Torti
01:12 – Cosa significa fare vino nell’Oltrepò Pavese
02:07 – Viticoltori da generazioni
04:02 – Un anno di lavoro pt.1 (riposo vegetativo, potatura, rimozione dei rami secchi) [Leggi di più…] infoChiara Torti e la cantina Pietro Torti
Quattro chiacchiere con Elisa e Silvia Piaggi, innovative titolari del progetto Lefiole
01:12 – Fare vino nell’Oltrepò Pavese
02:12 – Nascita di Lefiole: esperienze esterne e ritorno alla cantina paterna
05:20 – Marketing e vino [Leggi di più…] infoElisa e Silvia Piaggi e il Progetto Lefiole
Quattro chiacchiere con Elisa e Silvia Piaggi, innovative titolari del progetto Lefiole
01:12 – Fare vino nell’Oltrepò Pavese
02:12 – Nascita di Lefiole: esperienze esterne e ritorno alla cantina paterna
05:20 – Marketing e vino [Leggi di più…] infoElisa e Silvia Piaggi e il progetto Lefiole
Parlare della viticoltura ligure senza nominare il Rossese di Dolceacqua sarebbe fare un torto al prestigio di questo vino, tutto fondato sull’incredibile eleganza che riesce ad esprimere nella Val Nernia, una fazzoletto nel primo entroterra a metà strada tra il mare del Ponente Ligure e la Montagna. Anche se, a partire dagli anni ’50, si è assistito allo spopolamento di quelle terre, con la riduzione degli ettari vitati da 3.000 ad appena 80, tutt’oggi esistono figure come quella di Giovanna Maccario, che con tenacia e convinzione portano avanti la tradizione di questo vino. [Leggi di più…] infoRossese di Dolceacqua Posau Riserva Biamonti 2017, Maccario Dringenberg
Secondo le fonti disponibili pare che la famiglia Parusso abbia cominciato ad occuparsi di uva e vini già nel 1901 quando il pioniere Gaspare acquistò il suo primo vigneto in località Mariondino, a Castiglione Falletto. Da allora questa famiglia ha continuato nel suo percorso simbiotico con la vite fino al 1971 quando Armando Parusso, dalla sua cantina a Cascina Rovella (in località Bussia), comiciò a imbottigliare il suo vino con una propria etichetta. [Leggi di più…] infoBarolo Etichetta Blu 2014, Parusso Armando di Parusso F.lli Società Agricola
Dolceacqua è una piccola enclave, di poco più di 80 ettari, nell’estremo ovest della Riviera ligure di Ponente, a pochi chilometri dalla Francia, che vanta una produzione minuscola di vini a base Vermentino e Rossese. La bellezza del luogo, con i suoi passaggi eterei e senza tempo, spinse anche il capofila dell’impressionismo, Claude Monet, a fissarne alcuni tratti nel suo celebre “Le Château de Dolceacqua” in cui figurano le casette del vecchio borgo e il ponte Vecchio. [Leggi di più…] infoRossese di Dolceacqua 2020, Testalonga
Nonostante sia relativamente facile dimostrare che la coltivazione della vite nella Penisola Salentina risalga a oltre 4000 anni fa, resta tuttavia innegabile che in quell’areale (oggi corrispondente grossomodo alla parte più meridionale della Puglia) la viticoltura, come oggi la concepiamo, era qualcosa di sconosciuto ancora a fine anni ’60. Per dare un idea di questa situazione, basti pensare che la Famiglia Taurino, pur avendo cominciato a interessarsi di viticoltura da sette generazioni, ancora a metà del 20° secolo spediva i suoi vini sfusi al Nord dove, grazie alla loro la loro ampiezza e al generoso profilo gustolfattivo, venivano utilizzati per dare più corpo, alcol e colore a vini indigeni eccessivamente “scarichi”. [Leggi di più…] infoPatriglione 2016, Azienda Agricola Cosimo Taurino
Per stabilire una data d’inizio del legame tra la famiglia Pecorari e la viticoltura nelle valli dell’Isonzo, nei pressi di Gorizia, in Friuli Venezia Giulia, ad appena 10 chilometri di distanza dal confine con la Slovenia, bisogna risalire al 1879. Da allora questo legame non si è mai sciolto, attraversando cinque generazioni, ed arrivando all’attuale proprietario Alvaro Pecorari che, partendo dall’importante lavoro di sviluppo compiuto dal padre, diede ad esso un’organizzazione definitiva attraverso la creazione della cantina Lis Neris. [Leggi di più…] infoLis Neris 2016, Lis Neris
La storia di Château Sociando-Mallet affonda le radici indietro nel tempo, fino all’inizio del XVII secolo, a giudicare dal fatto che è possibile rinvenire documentazioni ufficiali che attribuiscono quei terreni a un aristocratico di origine basca che di cognome faceva Sociondo. Nel tempo Sociondo diverrà Sossiondo e quindi Sociando, fino al 1831 quando, dopo numerosi passaggi di mano, la proprietaria Marie-Elisabeth Alaret unirà al nome della proprietà quello del nonno, il capitano di mare Achille Mallet, dando definitivamente origine allo Château Sociando-Mallet. [Leggi di più…] infoChâteau Sociando-Mallet 2016
La storia della cantina Mamete Prevostini inizia a Mese, un piccolo borgo della Valchiavenna in provincia di Sondrio, 15 chilometri a nord del Lago di Como, nel 1928, con la creazione di un’azienda artigianale dedicata alla produzione ortofrutticola, vitivinicola e di salumi. Si tratta di un’attività di carattere locale che ha come centro operativo il Crotto di famiglia, una tipica cavità naturale formatasi in epoca preistorica che garantisce temperature ideali per la conservazione di cibo e bevande. [Leggi di più…] infoSassella Sommarovina 2012, Mamete Prevostini
La storia del Domaine Gros Frère et Soeur affonda le sue radici nel 1830 quando un loro antenato, Alphonse Gros, dopo il matrimonio con Julie Latour, in parte acquistò, e in parte ereditò, i primi appezzamenti di vigneto a Vosne Romanée. Questa tenuta, conosciuta con il nome di Domaine Louis Gros, rimarrà invariata fino al 1963 quando, alla morte di Louis, verrà divisa tra i suoi figli, con Colette e Gustave che si uniranno per dare vita a un progetto unico dall’iconico nome di Domaine Gros Frère et Soeur. [Leggi di più…] infoRichebourg Grand Cru 2016, Domaine Gros Frère et Soeur
Ci sono alcune occasioni in cui risulta problematico raccontare una cantina senza scadere nelle ovvietà che, inevitabilmente, porta una fama del calibro di quella che, a buona ragione, può vantare Fontodi. In realtà questa storia inizia diverse generazioni fa per via della fama della famiglia Manetti (proprietaria della cantina) nella produzione del cotto, al punto da fornirlo anche per il rivestimento della cupola del Duomo di Firenze e per il rifacimento della pavimentazione della Galleria degli Uffizi. [Leggi di più…] infoFlaccianello della Pieve 2010, Fontodi
I vini prodotti da Marco Buvoli, a Gambugliano, circa 10 chilometri a Nordovest di Vicenza, sui Monti Castellari, tra i Lessini ed i Berici, sono da circa una quindicina d’anni una delle più prestigiose espressione del Pinot Nero spumantizzato in Italia. Marco, d’altro canto, è figlio di Nevio Buvoli, uno dei primi sommelier italiani, che lo ha allenato a riconoscere la differenza tra un vino mediocre, uno semplicemente buono ed uno eccellente. [Leggi di più…] infoTPS (Temporaneo Piacere dello Spirito) 2017, Marco Buvoli-Opificio del Pinot Nero
Anche in un lembo di terra così vocato alla produzione vitivinicola di altissimo livello, come la Côte-d’Or in Borgogna, sono poche le cantine che possono vantare il privilegio di essere strettamente legate a dei miti senza tempo come nel caso di Rouget, il cui omonimo proprietario, Emmanuel Rouoget, ha vissuto la vigna gomito a gomito, a partire dall’età di 18 anni, con lo zio Henri Jayer. Per i pochi che non lo sapessero, quando si parla di Jayer, si parla di una figura che ha letteralmente rivoluzionato il modo di fare vino in quelle terre, al punto che non è fuori luogo parlare di un “prima” e un “dopo” Henri Jayer. [Leggi di più…] infoVosne-Romanée 1er Cru Les Beaux Monts 2010, Emmanuel Rouget
La qualità dei modelli di agricoltura virtuosa sviluppatisi presso le pendici del vulcano, ormai estinto, del Vulture, è da secoli considerata di altissimo livello, in particolar modo per quanto riguarda la viticoltura. In queste terre l’uva Aglianico trova uno dei suoi habitat più favorevoli, dando vita a veri capolavori enoici, come diverse cantine, da tempo, sono state in grado di mostrare al pubblico degli enoappassionati più esigenti. [Leggi di più…] infoTitolo 2019, Elena Fucci
Per spiegare in maniera esaustiva l’importanza della cantina altoatesina Hofstätter occorre, prima di tutto, ricordare il suo legame con Termeno e con la sua storia vinicola plurisecolare. Si comincia a parlare di vino a Termeno già nel 1100, ed in un documento del 1214 si legge dell’autorizzazione concessa dal vescovo di Trento alla produzione di vino nel suo areale. [Leggi di più…] infoLudwig Barth von Bartheneau Vigna Roccolo 2015, Hofstatter
Il fascino innegabile che Bordeaux riesce a suscitare con invidiabile costanza, è uno dei tratti distintivi che ha permesso al suo commercio vitivinicolo di prosperare nel corso dei secoli. Questa osservazione vale anche per Château Giscours, un vino ottenuto da una proprietà terriera, nell’areale di Margaux, rilevata da Pierre de l’Horme nel 1552, ed espansa progressivamente fino al 1571. [Leggi di più…] infoChâteau Giscours 2005
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