Gulfi è un’azienda vitivinicola fondata nell’omonima località di Chiaramonte Gulfi, nel quadrante sud occidentale dei Monti Iblei, in provincia di Ragusa, da Vito Catania, un imprenditore di origini siciliane trapiantato a Milano che, nel 1996, decise di fare ritorno nella sua terra natia per riprendere in mano la tradizione vitivinicola che la sua famiglia aveva sviluppato nell’arco di tre generazioni.
La gestione della cantina è da sempre ispirata dalla filosofia produttiva di Salvo Foti, una delle voci più autorevoli dell’enologia siciliana, la cui collaborazione ha contribuito a creare un sistema di sviluppo virtuoso che non ci ha messo molto a dare i primi frutti.
La prima grande innovazione che questo duo produsse fu la selezione massale delle viti e la loro suddivisione, nei 70 ettari di proprietà, in differenti microappezzamenti, con l’intento di gettare le basi per una viticoltura basata sul concetto di Cru. A fianco a questa forma di zonazione, una rarità per la Sicilia in quegli anni, si decise di praticare un genere di viticoltura rispettosa del sistema-vigneto, decisione che portò, come logica conseguenza, alla certificazione biologica. Questa impostazione produttiva fu resa possibile anche grazie alla scelta di utilizzare la coltivazione ad alberello che, con le sue caratteristiche botaniche, consentiva di rinunciare, con meno difficoltà, all’impiego di prodotti chimici invasivi, sostituiti dal letame e dalla coltivazione interfilare di leguminose, il cui sovescio arricchisce naturalmente il terreno di azoto.
Tra i terreni di proprietà di questa cantina figura, a 450 metri di altitudine, la vigna Stidda che consente la produzione della tipologia “Classico” del Cerasuolo di Vittoria docg. Si tratta di una vigna piantata a Nero d’Avola (70%) e Frappato (30%), coltivata secondo dettami tradizionali, biologici, in cui si rinuncia anche all’irrigazione di soccorso, in caso di siccità, A fronte di un’alta densità d’impianto (8500 viti per ettaro) la resa su questi terreni calcareo-argillosi risulta davvero bassa, visto che le viti, coltivate secondo il tradizionale sistema dell’alberello, rendono mediamente 600 grammi di uva ciascuna.
Dopo una maturazione lievemente protratta, le uve vengono raccolte manualmente i primi giorni di ottobre, con una severa selezione in pianta, e poi vengono inviate alla cantina per una macerazione sulle bucce di circa una settimana. La fermentazione alcolica, e quella malolattica, sono seguite dal travaso in botti piccole (225 e 500 litri) di vari passaggi, per riposare all’incirca un anno. Il travaso in bottiglia, qualche ulteriore mese di riposo in vetro, e il vino è pronto per la commercializzazione.
L’annata 2017 sfoggia un colore rubino intenso con screziature granate, e un ventaglio olfattivo che si apre su note di ciliegia durone, sciroppo d’amarena, prugna cotta e passata di pomodoro, seguite da carrubo, pot pourri e macchia mediterranea, con echi conclusivi leggermente empireumatici. Il palato, pur rimanendo piacevolmente elegante, è ovviamente incentrato sulla generosità e sulla morbidezza, con una punta di piccantezza e un tannino rotondo e polputo: il tutto arricchito dal ritorno della frutta rossa matura e dalla macchia mediterranea che accompagnano il sorso fino ad una chiusura di buona lunghezza.
Punteggio: 90/100
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