La zona più settentrionale della Borgogna, universalmente conosciuta come Chablisienne, è una zona talmente famosa da far si che spesso il termine Chalis sembra vivere di vita propria, indipendente dalla macroregione si appartenenza, per via delle sue caratteristiche pedoclimatiche uniche e peculiari. In effetti la rigidità delle temperature, sommata alla composizione unica del terreno, fatto di marne e calcare del Giurassico Superiore (tra i 160 e i 145 milioni di anni fa) miste a fossili di conchiglia “Exogira Virgola” (154 milioni di anni fa), rende i vini che vi vengono prodotti caratterizzati da acidità taglienti e corpo scarno. Una vera e propria carta d’identità che la famiglia Dampt rispetta ed esalta nella sua produzione vitivinicola.
Proprio a Milly infatti, un piccolo paesino della Chablisienne sotto il Premier Cru Cote de Lechet, intorno al 1950, Daniel Dampt, con l’aiuto del suocero Jean Defaix, ha fondato l’omonimo Domaine Daniel Dampt, raccogliendo le esperienze accumulate dalla sua famiglia nei precedenti 150 anni dediti alla viticoltura. Sebbene oggi il Domaine sia guidato dai figli di Daniel, Vincent e Sebastien, la filosofia produttiva è rimasta la stessa: fare di tutto per esaltare la specificità dei loro 30 ettari di terreni (16 di Village e 14 di 1er Cru) racchiusa in una produzione annua di circa 150.000 bottiglie. In vigna si segue una viticoltura ispirata al buonsenso, con rese molto basse, per permettere ai grappoli di raccogliere fino all’ultima oncia delle sostanze nutrienti della pianta, mentre nella nuova cantina, costruita nei primi anni 2000, tutte le fasi della vinificazione avvengono in acciaio, per preservare la freschezza del frutto. Anche nella produzione dello Chablis Village, il biglietto da visita della cantina, dopo la vendemmia manuale, fermentazione e affinamento (di pochi mesi) avvengono in acciaio.
L’annata 2017, con un’estate calda che ha fatto anticipare di 3 settimane la vendemmia, è caratterizzata da un colore giallo paglierino, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di nettarina croccante, susina gialla, nespola e clorofilla, seguite da kumquat, biancospino, scorza di cedro e selce. Il palato, in cui la freschezza e l’acidità citrina la fanno ovviamente da padrone, è arricchito da un’inaspettata morbidezza e, più in secondo piano, dalla componente sapido/minerale; il tutto arricchito dal ritorno della frutta fresca e dell’agrume che accompagnano il sorso fino a una chiusura di buona lunghezza.
Punteggio: 88/100
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