
La storia di questo Chateau comincia con l’esproprio di una vasta proprietà di proprietà dei signori di Lafite, venduta come “bene nazionale”. La tenuta dello Chateu Milon, che rientrava in quel lotto di terreni, fu acquistata, nel 1789, dalla famiglia Clerc che vi appose il suo cognome ribattezandola Chateau Clerc Milon. L’alta qualità dei vini di quella tenuta, che si trovava (e si trova) nella parte settentrionale di Pauillac, accanto a Chateau Mouton Rothschild e Chateau Lafite Rothschild, gli valse la elezione a Grand Cru Classé nella celebre classificazione dei vini del Médoc, nel 1855, dai mercanti della Place de Bordeaux. Purtroppo la storia della tenuta fu caratterizzata dalla successione di proprietari appartenenti a famiglie diverse che, di fatto, ne diminuirono il prestigio ed il valore, e fu solo nel 1970 che le sorti dello Chateau cominciarono a mutare, con il suo acquisto da parte del Barone Philippe de Rothschild. La situazione era davvero critica con i vigneti originali suddivisi in centinaia di parcelle di altrettanti proprietari, con l’appezzamento principale che contava solo 10,5 ettari atti alla produzione, invece dei 30 originali.
I progetti del Barone presero forma in due direzioni diverse e complementari: riunificare gli appezzamenti sparsi e iniziare una complessa opera di “re-branding”. Per questo secondo scopo fu scelta una nuova etichetta che consisteva in una coppia di sposi tedeschi, prima, e una coppia di clown danzanti con pietre preziose incastonate, a partire dal 1983. Inoltre, pur non possedendio un vero castello, lo Chateau si è infine dotato, nel 2007, anche di una nuova struttura di vinificazione, basata sulla filosofia verde, in cui i vari passaggi sono eseguiti solo grazie alla forza di gravità. Grazie a queste iniziative, lo Chateau Clerc Milon, oggi, nasce e da 45 ettari di vigneti , suddivisi in 247 parcelle, piantati a Cabernet Sauvignon (50%), Merlot (37%), Cabernet Franc (10%), Petit Verdot (2%) e Carmenere (1%) e coltivati in stretto regime biodinamico, con una densità d’impianto di 8500/10000 ceppi per ettaro.
L’annata 2015 ha garantito una vendemmia a maturazione ottimale e i grappoli, arrivati in cantina in cassette di legno da 12 kg, hanno affrontato i passaggi della vinificazione nei 40 tini di acciaio dell’apposita stanza, che consentono una vinificazione molto precisa dei diversi vitigni e terroir. Dopo la fermentazione malolattica (sempre nei tini) il vino è stato trasferito nelle barriques, dove ha svolto un affinamento di 14-16 mesi prima dell’imbottigliamento finale.
Nel bicchiere il vino mostra un intenso colore roso rubino con un’unghia purpurea, e una evidente densità glicerica, frutto di un’annata lievemente più calda e secca della media. Al naso questa opulenza si traduce in profumi principali di mora, prugna, crema di cassis e liquirizia, seguiti da tabacco Balkan Sobranie, cuoio e cacao, con echi conclusivi di grafite, il tutto alleggerito da una importante componenete balsamica. Al palato l’attacco è pieno e corposo, ma nello sviluppo del sorso affiora, con grazia e decisione, una vena mentolata e di grande freschezza che duetta con un buon numero di raffinati tannini, presenti fino a una lunga chiusura a metà strada tra sensazioni sapide e fruttate.
Punteggio: 92/100
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