
Lo Château Duhart Milon, la celebre cantina bordolese sorta nel Pauillac, vanta una storia piuttosto lunga poiché, già all’inizio del 1700, i suoi vini erano conosciuti, con il nome di Château Milon, e reputati il second vin di Château Lafite. La proprietà dei due Château, infatti, era la medesima, ovvero il marchese Nicolas-Alexandre de Ségur, definito dal re Luigi XV il “principe del vino”, per via dei suoi vasti possedimenti di vigneti a Bordeaux. nche se non paragonabili ai terreni di Lafite, quelli di questo Château continuarono a produrre vini di elevata qualità al punto che, nel 1855, nella celebre Classification, dei vini del Medoc, a cura dei mercanti di Bordeaux, se ne stabilì la classificazione come Quatrième Grand Cru Classé, l’unico Quatrième di tutta Pauillac.
Nonostante il discreto successi di questi vini, nell’arco dei secoli lo Château cambiò sovente proprietà arrivando, nei 25 anni tra il 1937 e il 1962, ad essere venduta e acquistata da cinque diversi proprietari diversi. Da questo stato di cose si può facilmente intuire come, nel 1962, quando la famiglia Rothschild decise di acquistare la tenuta, questa risultasse in un grave stato di semiabbandono, con una superficie vitata, trascurata, di appena 17 ettari, sui 110 di proprietà. Il lavoro di questa nuova, celebre, proprietà fu davvero importante e fu caratterizzato, tra l’altro, dall’acquisto di altri 42 ettari di terreni e dal recupero di quelli preesistenti, con una superficie vitata che tornò a ricoprirne 76, mentre i restanti vennero adibiti a parchi e pascoli.
La superficie vitata attuale è interamente situata nel quadrante settentrionale di Pauillac, sulla collina di Milon, ad ovest di quella di Lafite, ed è caratterizzata da terreni naturalmente più freschi, composti da un mix di ghiaia, sabbia e residui calcarei. Qui sono pianta viti di Cabernet Sauvignon, per il 67%, e Merlot, per il 33%, suddivise in 40 diverse parcelle, la maggior parte delle quali sono accorpate in un unico grande blocco.
Dopo la vendemmia (solitamente più tardiva della media, per via del clima più fresco), le uve vengono vinificate in 40 tini di acciaio inox termocondizionati, di varie dimensioni, parcella per parcella, e sempre in essi svolgono la fermentazione malolattica. L’affinamento in barriques, nuove al 50%, prodotte dalla bottega privata del Domaine, dura dai 14 ai 18 mesi, con frequenti travasi, e si conclude con la chiarifica per mezzo di albumi che preclude all’imbottigliamento e alla commercializzazione.
L’annata 2010 si caratterizza per un colore rubino ancora pieno e concentrato, e per profumi che cominciano con prugna cotta, creme de cassis, mora selvatica e ramo verde di china, seguiti da pot pourri secco, oliva nera, sottobosco e tabacco scuro, con eleganti echi finali di goudron, vinile, grafite e boisée. Il gusto, pur impressionando per l’articolazione e la densità, riesce però a rimanere piuttosto elegante, con una eccellente freschezza e un tannino davvero levigato (e anche addolcito da 10 anni di affinamento in bottiglia) a scandire il ritmo del sorso mentre,per via retro-olfattiva, ritornano la frutta scura quasi surmatura e le spezie più evolute (vinile, grafite e goudron su tutte), che persistono anche dopo la chiusura di buona lunghezza .
Punteggio: 93/100
Vuoi scoprire cosa posso fare per te? Clicca qui!