Come per quasi tutti i più celebri Château di Bordeaux, anche per Pontet-Canet la storia inizia indietro nel tempo, a metà del 18° secolo, quando un alto magistrato francese, Jean-François de Pontet, acquista alcuni appezzamenti a nord del villaggio di Pauillac. A questo nucleo originario, nel 1757, viene aggiunta una intera proprietà nella zona di Canet, dal cui nome, associato a quello del proprietario, nasce ufficialmente Château Pontet-Canet. La fama del vino prodotto gli vale l’inclusione tra i Grands Crus Classés del Médoc, nella celebre classificazione dei mercanti di Bordeaux del 1855, contribuendo ad incrementarne il prestigio, al punto che, già nel 1865, proprio uno di quei mercanti acquisisce la tenuta dando avvio a una serie di lavori di ammodernamento. Dal 1975 la cantina appartiene alla famiglia Tesseron ed è passata dal patriarca Guy ai figli Alfred e Gérard, nel 1994, ed infine, nel 2015, alla nipote Justine, coadiuvata dal fratello, Noé, e dai cugini Mélanie e Philippine.
L’estensione attuale della tenuta è di 81 ettari, suddivisi in 100 differenti parcelle, la maggior parte delle quali con viti di oltre 50 anni di età, piantate su una collinetta ghiaiosa dallo scheletro calcareo, il cosiddetto “plateau”. Ad essa corrisponde, al livello della Gironda, vicino al villaggio di Pouyalet, un paio di chilometri a nord di Pauillac, la restante parte dei vigneti, caratterizzata da un maggiore contenuto di calcare ed argilla. La composizione di questi ultimi terreni li rende ideali per la produzione delle uve Merlot mentre, sul “plateau”, trovano dimora le uve di Cabernet Sauvignon, il vitigno principale di questo vino.
Nel 2004 la cantina ha cominciato un percorso di transizione agronomica con i primi 14 ettari di vigne di Merlot condotti seguendo un regime biodinamico. I risultati incoraggiati di questo progetto pilota hanno fatto si che, già nel 2010, questo Château, il primo di Bordeaux, abbia certificato ufficialmente il suo passaggio al biologico (Ecocert) e al biodinamico (Biodyvin e Demeter). Il lavoro in vigna viene condotto senza l’utilizzo di chimica, sostituita da speciali tisane omeopatiche realizzate in una specifica sala adibita alla loro produzione. Per evitare l’eccessivo compattamento del terreno, i trattori sono stati sostituiti da cavalli da tiro e, per favorire la ricchezza dell’ecosistema, viene favorito l’arricchimento botanico e il conseguente inerbimento spontaneo dei vigneti. Ovviamente questa attenzione in vigna fa il paio con un approccio naturale in una cantina in cui si trovano tre diverse tinaie: una, del 19° secolo, in legno (la “Skawinski”), una, del 2005, in cemento (la “Nicole”) e una con anfore di terracotta (la “Anphore”) posizionate secondo le dimensioni della sezione aurea, terminata nel 2017.
Il risultato di tutte queste attenzioni, tanto in vigna quanto in cantina, è un vino composto principalmente da Cabernet Sauvignon (62%) e Merlot (32%), con un saldo di Cabernet Franc (4%) e Petit Verdot (2%), piantati con una densità di 9.500 viti per ettaro. La vendemmia, effettuata manualmente in piccole cassette di legno, con una prima selezione in pianta, è seguita dalla diraspatura e da una seconda selezione su uno speciale tavolo di cernita, prima della pigiatura. La fermentazione alcolica spontanea e la macerazione richiedono circa quattro settimane, e sono seguite dalla fermentazione malolattica in barrique, mentre l’affinamento viene è svolto in un mix di barrique nuove (50%), anfore di cemento (35%) e barrique di secondo passaggio (15%), per una durata complessiva di circa 18 mesi.
L’annata 2015 sfoggia un colore rubino intenso e concentrato, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di prugna cotta, mora di gelso, passata di pomodoro e caffè tostato, seguite da marmellata di amarena, ribes nero, ramo di rabarbaro e vinile, con echi conclusivi di eucalipto, incenso, vinile e carpenteria. Il palato è sontuoso, opulento e cremoso, con una buona freschezza balsamica, una punta di piccantezza e un tannino giovane ma già setoso ed elegante; il tutto arricchito dal ritorno della frutta rossa surmatura e delle spezie che accompagnano il sorso fino ad una chiusura quasi interminabile.
Punteggio: 93/100
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