L’Azienda Agricola Trabucchi d’Illasi fu fondata dall’Avvocato Marco Trabucchi nel lontano 1920, in una frazione di Illasi (Monte Tenda), nella Valpolicella, 15 chilometri ad est di Verona. Negli anni ’50 l’azienda passò al figlio di Marco, il Professor Alberto che, nonostante fosse un luminare del diritto privato, arrivando a scrivere un manuale sull’argomento, considerato tutt’oggi un testo di riferimento per gli studenti universitari e non solo, si adoperò con altrettanto vigore ed entusiasmo a favore della produzione vitivinicola della Valpolicella. Tra le varie campagne condotte come sindaco di Illasi (lo fu per 40 anni), vale la pena ricordare quanto si spese per l’applicazione della DOC a tutto il territorio della Valpolicella, favorendo la valorizzazione dei suoi vini.
Dalla fine degli anni ’80 la cantina è guidata da suo figlio, Giuseppe d’Illasi, e dalla moglie Raffaella, che fin da subito hanno dato un ulteriore impulso al suo sviluppo, con la scelta di convertire i 22 ettari di vigneti (e i 6 di oliveti) al regime biologico già nel 1993. Inoltre, i coniugi Trabucchi hanno compiuto un passo decisivo verso la produzione di qualità con la costruzione, nel 2002, della nuova cantina, 3000 mq organizzati su tre piani interamente interrati, fino a 20 metri di profondità, con il vigneto che cresce sul solaio dell’ultimo piano, collegati alla vecchia struttura mediante un tunnel sotterraneo. L’utilizzo di moderne strumentazioni enologiche, unita alla perfetta isotermia e all’assenza di rumori o vibrazioni esterne, garantiscono la produzione e l’affinamento dei vini in condizioni ottimali.
Ogni operazione è supervisionata dall’enologo Franco Bernabei che, coadiuvato da Aristide Piovan (per la cantina) e Matteo Merzari (per i vigneti), ha impostato una metodologia produttiva fatta di basse rese per pianta, alta selezione dei grappoli, tanto lavoro manuale e una serie di circa 50 diverse tipi di analisi a cui viene sottoposto l’intero processo produttivo, dalla potatura verde all’affinamento. Uno dei risultati più interessanti di queste cure e attenzioni è senza dubbio il Dandarìn, un vino originato dall’assemblaggio delle classiche uve della Valpolicella (Corvina, Corvinone e Rondinella) con un 30% di Teroldego e Syrah, situate nei Fondi Dandarìn e Castello, in località Dandarìn. Dopo la vendemmia, intorno alla metà di Settembre, le uve effettuano un mese di appassimento prima della totale diraspatura e della fermentazione in vasche d’acciaio per 2/3 settimane. Serve poi almeno un anno di affinamento in grandi botti di rovere francese prima dell’imbottigliamento e della commercializzazione.
L’annata 2007 sfoggia un colore rubino decisamente intenso, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di creme de cassis, mora di gelso, prugna cotta e cioccolato fondente, seguite da pot pourri, ramo verde di china, vinile e cuoio scuro, con echi conclusivi di tabacco aromatico e goudron. Il palato, nonostante l’opulenta morbidezza, svela una inaspettata e piacevole componente balsamica, che contribuisce alla verticalità del sorso, e un tannino croccante e ritmato; il tutto arricchito dal ritorno della frutta rossa e dalle spezie che accompagnano il sorso verso una chiusura di eccellente lunghezza e persistenza.
Punteggio: 88/100
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