La famiglia Duband ha cominciato relativamente tardi ad entrare nel campo enologico, per mezzo di Pierre Duband che, nel 1965, creò l’omonimo Domaine Pierre Duband. L’attività di Pierre era però limitata alla produzione e alla vendita delle uve, ricavate dai 15 ettari di proprietà, alla cantina cooperativa di Beaune, mentre è necessario arrivare al 1991 per assistere alla prima vendemmia di questo domaine, ribattezzato dal figlio David, che aveva appena terminato i suoi studi enologici, Domaine David Duband. Si trattava di tre parcelle a Nuits St. Georges, per un totale di appena 1,5 ettari, ma tanto bastò a far capire fin da subito che, col Pinot Nero, David ci sapeva fare. Oggi l’intera superficie vitata viene vinificata privatamente e, per soddisfare la grande richiesta dei vini di questo Domaine, nel 2002 David ha cominciato un’attività di négoce, acquistando uve da fidati conferitori nei villaggi di Chambolle Musigny, Morey St Denis e Gevrey Chambertin.
Lo stile perseguito al domaine è stato ispirato prima di tutto da tecniche ancestrali che David ha appreso attraverso lo studio di modelli produttivi precedenti alla diffusione selvaggia della viticoltura degli anni ’60. Oltre a questo studio, David ha avuto anche la fortuna di avere tra i suoi mentori il leggendario Robert Jayer, e di essersi arricchito con momenti di confronto durante gli stage presso Arlaud e Pierre Amiot. Il risultato è un modello produttivo che in vigna ha abbandonato la chimica già nel 1998, utilizza la lotta naturale agli insetti nocivi, mediante la confusione sessuale, e pratica l’inerbimento degli interfilare per prevenire l’erosione dei terreni, e per garantire una concimazione naturale. In cantina si vinifica con il raspo ma con dei tempi di macerazione relativamente brevi, per non eccedere nell’estrazione e dare vita a vini eleganti, che affinano in botti piccole nuove solo per il 30% per evitare che il “peso” del legno comprometta il risultato precedentemente ottenuta.
Nel 1998 il domaine ha comprato, tra i vari lotti, una parcella nel celebre Grand Cru Echezaux, con i vigneti tradizionalmente esposti ad est, su terreni di matrice calcarea, marnosa e limosa. Una volta raccolte, le sue uve vengono vinificate all’80% con il grappolo e lasciate macerare per poco più di due settimane con 5-7 follature e rimontaggi manuali giornalieri. La delicata pigiatura e la successiva fermentazione sono seguite da una stabilizzazione di 2 settimane prima del travaso in botti piccole (in questo caso 40% nuove e 60% di vari passaggi) e dell’affinamento di 14 mesi. Il successivo travaso in tini e un periodo di riposo di circa tre mesi sono l’ultima fase prima dell’imbottigliamento senza filtrazione né chiarifica.
L’annata 2010 sfoggia un colore rubino pieno dall’unghia granato, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di mora selvatica, ribes rosso, crème de cassis e vinile, seguite da scorza d’arancia, oliva nera, rosa tea appassita e tabacco biondo, con echi conclusivi ematici, boisée e ceralacca. Il palato è caratterizzato da un eccellente equilibrio tra profondo spessore gustativo e freschezza agrumata, con una punta di pepe nero e un tannino di rara morbidezza; il tutto arricchito dal ritorno della speziatura nobile e della frutta che accompagnano il sorso ad una chiusura di eccellente lunghezza.
Punteggio: 92/100
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