La storia di Ca’ del Bosco inizia nel 1964, con l’acquisto da parte di Annamaria Clementi Zanella di una piccola casa, circondata da castagni, conosciuta come “Ca’ del bosc”, in collina, ad Erbusco, con due ettari di vigneti di proprietà. In quella cornice bucolica, cresce il giovane Maurizio Zanella, figlio di Annamaria, lasciandosi contagiare dagli stimoli di quelle terre, fino ad entrare in modo decisivo nell’azienda di famiglia all’inizio degli anni ’70. L’azienda, allora come oggi, aveva nei vini di Franciacorta (classificati DOC già nel 1967 e DOCG nel 1995) la sua produzione privilegiata, senza però trascurare i vini fermi che non rientravano sotto quella denominazione.
Da sempre Ca’ del Bosco segue in vigna un rigoroso disciplinare volto a ridurre drasticamente l’impatto ambientale delle coltivazioni, accompagnato dalla scelta, cominciata nel 1979, di piantare le viti ad alta densità. In cantina le uve vengono selezionate con lo stesso rigore e, successivamente, vengono immerse in apposite vasche d’acqua, dove un sistema di idromassaggio le lava poiché “più le uve saranno pulite, più i vini risulteranno puri”(cit.). Tutte le fasi della successiva vinificazione avvengono in ambienti ad atmosfera controllata, inclusa la pigiatura in assenza di ossigeno, ed i vari passaggi avvengono per caduta gravitazionale.
Tra i vini prodotti merita di venir citata la Cuvée Prestige Edizione oichè si tratta sel Franciacorta Ca’ del Bosco più celebre, lo spumante base che ha sostituito nel 2007 la Nuova Cuvée, diventando il biglietto da visita della cantina. Si tratta di un assemblaggio delle ultime tre annate, dettagli che lo rende una cuvée multi-vintage più che un sans année, composto in prevalenza da Chardonnay (mai sotto l’84%) con un saldo di Pinot Nero (14%) e Pinot Bianco (2%), provenienti da circa 190 lotti differenti. Dopo la vendemmia e la selezione, le uve, come dicevo poco fa, passano attraverso tre vasche di lavaggio e un tunnel di asciugatura, prima di essere pigiate delicatamente. I mosti vengono quindi convogliati in serbatoi d’acciaio termocondizionati, dove sostano fino al marzo successivo, illimpidendosi e maturando, prima di essere assemblati e sostare in bottiglia, sui lieviti, per più di due anni. Dopo il dégorgement, in assenza di ossigeno, le bottiglie vengono ricolmate con un dosaggio di 1 g/l, aspetto che rende questo vino un Extra-Brut, prima di essere tappate, marcate singolarmente per consentirne la tracciabilità, e immesse in commercio.
L’edizione 43 sfoggia un colore paglierino con screziature dorate, ed un perlage fine e consistente; il tutto accompagnato da un ventaglio olfattivo che si apre su note di nettarina, cedrata, mela renetta e croissant, seguite da arancia candita, biancospino e mandorle tostate, con echi conclusivi di ciottoli umidi e selce. Il gusto, nonostante la grande cremosità del perlage e la buona morbidezza, non difetta di quel tanto di freschezza necessaria a donare una beva snella e succosa; il tutto mentre ritornano per via retrolfattiva la frutta gialla, il lievito e il minerale che accompagnano il sorso ad una chiusura di buona lunghezza.
Punteggio: 89/100
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