
Stando alle fonti disponibili, è possibile affermare che la famiglia moretti fosse presente a Erbusco, il paese diventato il cuore pulsante della denominazione Franciacorta docg, fin dal 1400. Certamente a quell’epoca non si poteva supporre che quelle zone sarebbero diventate così rilevanti per la viticoltura italiana e per la produzione di spumanti: e infatti nel 1967, il fondatore, Vittorio Moretti, aveva dato inizialmente origine a una azienda di costruzioni: la Moretti Building on Human Values. L’esperienza accumulata in dieci anni, passati a costruire cantine, unita all’amore per il vino, porteranno Vittorio a costruire, nel 1977, anche la sua prima cantina, quella di proprietà, Bellavista, che deve il suo nome alla bellezza mozzafiato del paesaggio che si può ammirare dai primi ettari di proprietà, il nucleo storico.
Inizialmente non si pensava ai vini spumanti, e infatti il primo anno furono prodotti soltanto vini fermi, il secondo qualche bottiglia di spumante destinata al consumo privato e il terzo anno, finalmente, gli spumanti: il solco era tracciato. Infine, nel 1981, avvenne l’incontro tra Vittorio e Mattia Vezzola, un enologo dalle idee molto chiare che, entrato in pianta stabile nell’azienda, contribuirà a definirne lo stile e a darle un’Identità precisa. Anche grazie al suo lavoro, oggi Bellavista si estende per oltre 200 ettari, suddivisi in 10 comuni, e su terreni talmente eterogenei che è stato possibile individuarne 64 diverse tipologie.
In vigna si cerca di fare ricorso a una filosofia d’impronta sostenibile e rispettosa dei ritmi della natura, anche perché l’obiettivo principale rimane quello di avere le uve più sane e ricche possibili, da cui ottenere grandi basi per la spumantizzazione, e questa filosofia ha dimostrato di essere quella migliore a questo fine. In cantina ogni gesto viene condotto con pazienza e minuziosità, con lo scopo di estrarre il massimo possibile dalle ottime uve vendemmiate, e di dare vita a spumanti quasi senza tempo, eterei ed eleganti, come lo stile di questa cantina richiede.
Il Demi-Sec Nectar, ad esempio, è un vino dolce a base Chardonnay che nasce da 30 diverse vigne di alta collina, di circa 25 anni di età, esposte a sud e vendemmiate manualmente tra fine Agosto e inizio Settembre. Dopo una delicata spremitura, ha luogo la prima fermentazione, per il 50% in piccole botti di rovere bianco, e il vino ottenuto viene imbottigliato con l’addizione di mosto dolce ricavato da un vigneto in cui le uve sono state lasciate appassire in pianta. Quattro anni di riposo in bottiglia sono seguiti da sboccatura e ricolmatura, sempre con il mosto dolce del medesimo vigneto, e il vino è pronto per la commercializzazione.
La bottiglia in assaggio sfoggia un colore giallo paglierino, con screziature sia verdoline che dorate, e un perlage molto elegante, fine e persistente. Il ventaglio olfattivo si apre su note di arancia candita, pesca sciroppata, miele millefiori e biancospino, seguite da crioissant, kumquat, fiore di zagara e crema pasticcera, con echi conclusivi leggermente boisée. Il gusto colpisce immediatamente per la raffinata cremosità del perlage, davvero da manuale, e l’altrettanto raffinata dolcezza, mai stucchevole, che è controbilanciata da una buona vena citrica; il tutto arricchito dal ritorno dell’agrume e delle spezie che guidano il sorso fino a una chiusura di buona lunghezza.
Punteggio: 90/100
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