
L’imprenditore austriaco Karl Egger conosceva da diversi anni il territorio chiantigiano, essendo solito passarvi le vacanze assieme alla sua famiglia. Pian piano Egger finì per innamorarsi di quei luoghi e decise di fondarvi, nel 2012, un’azienda agricola, con 100 ettari di terreni, nel territorio di Radda, la celeberrima sottozona del Chianti Classico, tra Firenze e Siena. Il nome scelto per la cantina fu Tenuta Carleone di Castiglioni, per via del fatto che sorgeva nel borgo di Castiglioni, noto fin dal 1078 e anticamente amministrato dalla Badia a Coltibuono.
Per guidare la parte vitivinicola dell’azienda, e i suoi 20 ettari di vigneti, e per sovrintendere alla produzione dei vini fu scelto, fin dall’inizio, Sean O’Callaghan, una figura di primo piano nel panorama chiantigiano che, in precedenza, aveva portato alla fama un’altra cantina nel Chianti Classico. O’Callaghan, che decise di adottare i principi della viticoltura biodinamica, con il rifiuto di qualsiasi intervento chimico in vigna e in cantina, trasmise fin da subito la sua cifra stilistica, fatta di naturalità, artigianalità e attenzione ai più piccoli dettagli produttivi.
I vini prodotti hanno fin da subito catturato l’attenzione degli appassionati con prove di bravura come questo “Il Guercio” (con chiaro riferimento al soprannome di O’Callaghan), un Sangiovese in purezza proveniente dal vigneto “Mello” di Gaiole in Chianti, a 700 mt. slm. Le viti, coltivate secondo principi biodinamici, producono uve che sono raccolte in ritardo, per portarle a una lieve surmaturazione, fermentate, lungamente macerate (4 mesi!!!) e affinate in cemento.
Il vino ottenuto, in quest’annata 2018, sfoggia uno scintillante color rubino piuttosto scarico, con profumi iniziali di ciliegina, granita di amarena e arancia sanguinella a cui si associano in un secondo tempo sentori di ramo di china ed empireumatici. In bocca il vino mostra una disarmante facilità di beva unita a uno strano connubio tra toni rustici ed eleganti, con tannini appena accennati, dolcezza glicerica appena sussurrata, grande freschezza ed echi ematicoi-ferrosi, che accompagnano il sorso verso un finale ammandorlato e decisamente dissetante.
Punteggio: 93/100
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