Sono pochi i vini che possono vantare una storia così lunga ed affascinante come quella di Château La Mission Haut-Brion. Tutto nasce con l’acquisizione, da parte di un commerciante di Bordeaux, Arnaud de Lestonnac, di un lotto di terreni nell’attuale Pessac-Léognan, conosciuto come Arregedhuys, che costituirà la base tanto di questo Château quanto di Château Haut-Brion. Lo Château passa di padre in figlio fino alla nipote Olive de Lestonnac che, stimolata dall’esempio caritatevole della zia, Santa Giovanna di Lestonnac, nel suo testamento del 1862 cede lo Château ai sacerdoti Lazzaristi di Bordeaux, noti anche come Sacerdoti della Missione di Notre-Dame d’Aubrion, da cui il nome La Mission Haut-Brion. Sotto la guida di questi ultimi la vocazione vitivinicola dei terreni viene esaltata ed ampliata, arrivando a contare un produzione annua di quasi 22 ettolitri di vino, ma la Rivoluzione Francese interrompe questo rapporto confiscando i terreni e rivendendoli all’asta, insieme alla casa padronale e agli edifici aziendali.
Da allora La Mission Haut-Brion passa di mano fino al penultimo proprietario, la famiglia Woltner, responsabile di un importante lavoro di ammodernamento della cantina ed ampliamento della tenuta, oltre che della ristrutturazione dell’antica cappella e della sua nuova consacrazione. Proprio per legare più saldamente il nome di questo vino alla cappella si decide di trascrivere in lettere d’oro nella cappella, sotto la volta di Notre-Dame d’Aubrion, le annate più prestigiose di Château La Mission de Haut-Brion. L’ultimo capitolo di questa storia si compie nel 1983, con l’acquisto della cantina da parte di Seymour Weller, gestore di Domaine Clarence Dillon, ed è caratterizzata da importanti lavori di restaurazione ed ammodernamento tanto dei vigneti quanto della cantina. Proprio questi nuovi sforzi faranno si che nel 2009 il Liv-Ex (London International Vintners Exchange) riveda la celebre classifica di Bordeaux del 1855 elevando Château La Mission Haut-Brion al rango di Premier Cru.
Oggi lo Château si estende per circa 29 ettari su un terrazzamento a 20-30 metri di altezza, comune anche a Château Haut-Brion, dal terreno composto da graves (piccoli ciottoli di origine quarzifera dall’eccellente capacità drenante) su uno scheletro di argilla, sabbia e calcare. Su 25 ettari di questi terreni sorgono vigne di Merlot (49%) Cabernet Sauvignon (40%) e Cabernet Franc (11%), piantate ad una densità di 10.000 ceppi per ettaro, da cui si ottiene la versione rossa di questo vino, mentre su altri 4 trovano dimora il Sauvignon Blanc (55%) e il Semillon (45%) destinati a quella in bianco. Il vino nasce da uve raccolte separatamente a piena maturazione e vinificate (sempre separatamente) con fermentazione a temperatura controllata, seguita da un paio di settimane di macerazione. Soltanto i lotti migliori saranno destinati alla produzione del portabandiera dell’azienda, e verranno lasciati affinare per circa due anni in barrique nuove, prima della loro unione e del loro imbottigliamento.
L’annata 2006 sfoggia un colore rubino ancora perfettamente concentrato, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di prugna cotta, creme de cassis, mora selvatica e concentrato di pomodoro, seguite da erbe officinali, noce moscata, liquirizia e sottobosco, con echi conclusivi di tabacco da sigaro, cioccolato fondente, grafite e incenso. Il palato è vivo e palpitante, con incredibile ampiezza e profondità, e una rinfrescante vena balsamica che snellisce il sorso in coppia con un tannino perfettamente integrato; il tutto arricchito dal ritorno della frutta rossa ben matura e della speziatura che accompagnano il sorso fino ad una chiusura quasi interminabile.
Punteggio: 95/100
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