Per stabilire la data di nascita del Domaine des Comtes Lafon bisogna tornare indietro, al 22 gennaio 1894, quando un contabile amministrativo del sudovest della Francia, Jules Joseph Barthélémy Lafon, sposo la figlia di una famiglia di mercanti di vini di Meursault, Marie Bloch. Marie portò in eredità alcuni vigneti di quella zona della Côte de Beaune, mentre Jules era Impegnato nella sua carriera di amministrativo statale, culminata negli anni ’20 con la sua elezione a sindaco di Meursault. Finalmente, nel 1931, Jules decise di abbandonare i suoi incarichi istituzionali per dedicarsi alle vigne di proprietà, aumentate grazie all’acquisizione di altre parcelle a Montrachet, Meursault e Volnay.
Alla morte di Jules si aprirono le pratiche della successione, che non fu particolarmente fortunata, con gli eredi che si disinteressarono alla produzione vitivinicola, vendendo molti terreni di proprietà, e arrivando a ipotizzare di sbarazzarsi dell’intero Domaine. Fu solo a partire dal 1956 che si poté assistere ad una vera rinascita grazie all’opera di René Lafon che, lasciata Parigi, si dedicò corpo ed anima al rilancio della cantina e al reimpianto della maggior parte dei vigneti. A lui è succeduto Dominique Lafon che, dal 1984 ad oggi, ha espanso il Domaine sino a raggiungere i 16,3 ettari di proprietà attuali.
Tra i vini prodotti da questo piccolo domaine troviamo il Meursault Clos de la Barre, un vino Monopole che nasce da un vigneto di 2 ettari e 12 are recintato da mura, nel cuore dell’appellation. Il terreno si estende su un falsopiano di scarsa profondità, al di sotto del quale si trova un duro sottosuolo calcareo, piantato con viti di un’età compresa tra i 50 e i 25 anni. Le sue uve, una volta raccolte, sono pigiate molto lentamente, per estrarre con delicatezza il succo, e, successivamente, raffreddate ad una temperatura di 12 °C per favorire il processo di decantazione. Il mosto viene travasato in barrique nuove o di secondo passaggio dove svolge la fermentazione alcolica spontanea, grazie ai lieviti indigeni, seguita da quella malolattica (a Gennaio) alla naturale temperatura di cantina (tra i 22 e i 24 °C). Dopo circa altri 6 mesi, a Luglio, il vino viene travasato due volte in barrique più vecchie e lasciato riposare nella parte più fresca della cantina per 18 mesi, da cui verrà poi assemblato in tini e, quando l’assaggio dirà che il vino è pronto, imbottigliato e immesso sul mercato.
L’annata 2012 sfoggia un colore paglierino che tende al dorato, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di albicocca disidratata, pesca sciroppate, nocciola tostata e camomilla, seguite da sciroppo d’acero, crostata al limone, crema pasticcera e clorofilla, con echi conclusivi di vaniglia, ebanisteria e gesso umido. Il palato ha un attacco cremoso con un sottofondo in cui l’acidità citrica si alterna alla mineralità iodata; il tutto arricchito dal ritorno della frutta surmatura e dalle spezie che accompagnano il sorso ad una chiusura quasi interminabile.
Punteggio: 93/100
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