La storia del Domaine Dujac inizia quando Jacques Seysses, erede di un celebre biscottificio, passa alcune vendemmie con Gérard Potel presso la sua tenuta Pousse d’Or a Volnay. Una volta ricevuti gli insegnamenti necessari, il venticinquenne Jacques acquista, nel 1968, la storica tenuta Graillet di Morey-Saint-Denis, e la ribattezza Domaine Dujac (contrazione di “du Jacques”). Dal matrimonio del 1973 con la moglie Rosalind nascono Alec e Jeremy che, tra il 1998 e il 2003, entrano in azienda fino a diventarne gli attuali proprietari, coadiuvati dalla moglie di Jeremy, Diana.
Anche se i 5 ettari di estensione originaria della tenuta erano già diventati 11 nel 1977, per poi toccare la quota definitiva di 15,5 nel 2005, il cuore nevralgico del domaine è rimasto indissolubilmente legato alla municipalità di Morey-Saint-Denis. Ovviamente questo sviluppo ha richiesto un ampliamento della forza lavoro, sia occasionale che permanente, dovuto anche al fatto che, col passare del tempo, è cambiata anche la filosofia produttiva. Attualmente al domaine ci sono due principi guida che sono alla base della produzione vitivinicola: il grande impiego di lavoro manuale in vigna, e l’adozione delle filosofie biologica e biodinamica.
Per quanto si tratta del lavoro in vigna, è convinzione della proprietà che i suoi dipendenti storici rappresentino un tesoro da proteggere, anche perché ogni singolo lavoratore si occupa da oltre 20 anni di due soli, specifici, ettari nel corso dell’anno. C’è voluto molto tempo per insegnare loro i sistemi di potatura che consentono alla pianta di produrre naturalmente pochi frutti concentrati (senza ricorrere alla pre-vendemmia verde), l’abbandono della chimica in vigna, e il passaggio ai soli compost organici e ai preparati biodinamici (e questo patrimonio deve essere tutelato). Quello che avviene in cantina, quindi, è la logica conseguenza di questo lavoro, con l’enologo che si limita ad assecondare quello che le uve sono state naturalmente capaci di sviluppare durante un anno di cure.
Tra i vini prodotti, una referenza piuttosto interessante è costituita da un vino bianco, prodotto sempre a Morey-Saint-Denis: il 1er Cru Les Monts Luisants. Il vigneto, dalla classica esposizione ad est, si trova nella zona nordorientale del comune, ad un’altitudine tra i 311 e i 343 metri, con una pendenza davvero notevole (24%) ed uno strato di 60-80 centimetri di ghiaie calcaree sotto il quale si trova un terreno dallo scheletro carbonato/limoso. Dopo la vendemmia manuale le uve vengono diraspate, delicatamente pressate e lasciate fermentare spontaneamente, in vasche d’acciaio, grazie ai lieviti autoctoni. Un anno di affinamento in barrique, 3-4 mesi in acciaio, e il vino è pronto per l’imbottigliamento e la messa in commercio.
L’annata 2012 sfoggia un colore paglierino lieve, ed un ventaglio olfattivo che si apre su note di kumquat, nespola, pompelmo e biancospino, seguite da ananas, clorofilla, burro e nocciola tostata, con echi conclusivi boisée e di selce umida. Il palato colpisce per una acidità elettrica e scintillante che, pian piano, lascia spazio ad una buona componente sapido/minerale e a una punta di pepe bianco; il tutto arricchito dal ritorno dell’agrume e della spezia che accompagnano il sorso fino ad una chiusura lunga e succosa.
Punteggio: 91/100
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