
La storia della cantina Jermann inizia nel 1881 quando il capostipite Anton giunse a Villanova, nei pressi di Farra d’Isonzo, a 10 chilometri dal confine tra Italia e Slovenia, dopo aver lasciato la slovena Bilijana. Il legame tra la famiglia Jermann ed il vino rimase immutato nel corso del tempo, mentre l’azienda di famiglia passava di padre in figlio fino ad arrivare ad Angelo, che espanse il brand allargando le attività anche all’allevamento del bestiame, ed al figlio Silvio, il vero Deus ex machina del successo internazionale della cantina. L’ultima tappa di questo viaggio è stata compiuta a Marzo 2021, quando la famiglia Antinori ha acquistato la maggioranza qualificata delle quote di Jermann, lasciandole però una piena autonomia gestionale e ritagliando per Silvio un ruolo determinante per quanto riguarda la produzione enologica. Non è quindi sbagliato affermare che, se pur con un nuovo socio maggioritario, la cantina Jermann continua nel percorso tracciato da Silvio in 50 anni di successi.
Un aspetto da sempre caro a questa azienda è la promozione della biodiversità nei vigneti, che possono arrivare a contare la presenza di oltre 130 specie diverse tra flora e fauna, testimoniando un eccellente stato di salute e garantendo ai vigneti uno sviluppo naturale, equilibrato e sano. Per ottenere questi risultati sono state adottate, nel tempo, una serie di misure quali la soppressione di qualsiasi prodotto chimico di sintesi (diserbanti, concimi ecc.), la concimazione verde e l’utilizzo di composti organici. Questo percorso prosegue anche nella nuova cantina di Ruttars, nel cuore di Dolegna, inaugurata nel 2007 e costruita con una tale attenzione alla sostenibilità ambientale da aver ottenuto la prestigiosa certificazione CasaClimaWine.
Tra i vini prodotti in questa nuova sede c’è il Lonsblau, una selezione di Pinot Nero prodotta solo in annate d’eccellenza, che si prepara a diventare il portabandiera rosso tra i vini prodotti. Il suo nome deriva dal nome specifico della vigna (“Lons”) di 3 ettari, esposta ad ovest, con una densità d’impianto di 4000 ceppi per ettaro, nella valle dello Judrio, e dal colore delle violette blu (“Blau”) che nascevano in quel terreno prima che divenisse una vigna. Le uve, raccolte nella prima decade di Settembre, dopo la fermentazione e una macerazione di 10 giorni, danno origine a un vino che riposa per 18 mesi in barriques e quindi, una volta imbottigliato, per un altro anno (almeno) in bottiglia.
L’annata 2015 sfoggia un colore rubino scarico con screziature cremisi, e un ventaglio olfattivo che si apre su note di prugna cotta, melagrana, vinile e pot pourri, seguite da durone, scorza d’arancia, sottobosco e caffè tostato, con echi conclusivi boisée di cuoio biondo e grafite. Il palato colpisce per il perfetto equilibrio tra morbidezza e acidità, seguite da eleganti pennellate tanniche e da una punta di piccantezza da pepe nero; il tutto impreziosito dal ritorno dell’agrume, della frutta rossa e delle spezie che accompagnano il sorso verso un finale di ottima lunghezza.
Punteggio: 92/100
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