La storia della cantina sociale Girlan comincia nel 1923 grazie a 23 viticoltori che, sulla spinta del fondatore e primo presidente Johann Kofler Krautschneider, ne stabilirono la sede in un maso del XVI secolo. Il primo vero momento di svolta della cantina avvenne nel 1961, quando fu prodotta una selezione di Schiava che prendeva il nome dal numero di botte in cui veniva affinata: la Fass (=botte) Nr.9. Da allora questo vitigno diventerà uno dei marchi di fabbrica della cantina a cui si affiancheranno, a partire dal 1980, altri vitigni tipici dell’Alto Adige quali il Pinot Bianco e il Pinot Nero. Nel frattempo è già passato un secolo di storia e oggi la cantina, con il suo presidente Oscar Lorandi e il responsabile enologico Gerhard Kofler, riunisce 200 soci, detentori di 220 ettari complessivi di vigneti.
Da Girlan la filosofia produttiva è caratterizzata da un sapiente mix tra la preservazione delle tecniche produttive tradizionali, e l’adozione di pratiche ecologiche, naturali e a basso impatto energetico. In vigna, la frequenza degli interventi sulle piante è stata drasticamente ridotta, la chimica è stata quasi interamente abbandonata, come anche il sistema d’irrigazione a goccia. La lotta ai parassiti nocivi viene effettuata mediante la tecnica della confusione sessuale, e viene praticato l’inerbimento degli interfilare con la semina di leguminose. In cantina la lotta allo spreco energetico si traduce nell’utilizzo dell’impianto fotovoltaico di proprietà e nell’utilizzo di ambienti di stoccaggio sotterranei, con ideali condizioni di temperatura e umidità, arrivando a un risparmio del 50% dei consumi.
Come accennato all’inizio, dopo la Schiava, dagli anni ’80 la cantina è impegnata nello studio e nella valorizzazione del Pinot Nero, grazie a un importante lavoro di zonazione. Grazie a questo lavoro furono individuate 3 microzone, le cui caratteristiche vennero mappate singolarmente, parcella per parcella, vigna per vigna. Da una vigna situata in una di queste microzone, quella di Mazon, nasce il vino più importante e prestigioso della cantina: il Pinot Nero Vigna Ganger. Si tratta di un vino prodotto soltanto a partire dal 2012 da una vigna monopole esposta a sudovest, ad un’altitudine di 360-380 metri, con pendenze del 3%–5% e terreni argillosi con scheletro calcareo. Da qui le uve vengono inviate, in piccoli contenitori, in cantina, dove vengono vinificate, per un quinto a grappolo intero, prima di fermentare per circa 25 giorni in tini di acciaio inox. Dopo la fermentazione malolattica spontanea, il vino viene affinato in barrique, per 20 mesi, e in bottiglia, per 18, prima della commercializzazione.
L’annata 2016 sfoggia un colore rubino di media intensità con un ventaglio olfattivo che si apre su note di granatina d’amarena, durone, buccia di pesca e fragolina di bosco, seguite da arancia sanguinella, rosa tea appassita, cipria e gesso umido, con echi conclusivi ematici, boisée ed empireumatici. Il palato si sviluppa principalmente tra note fresche (citriche) e sapide, con una buona morbidezza e tannini di eccellente fattura; il tutto arricchito dal ritorno della frutta rossa e dei sentori ematici che accompagnano il sorso ad una chiusura di ottima lunghezza.
Punteggio: 94/100
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