
Il Domaine Hubert Metz è una cantina alsaziana che sorge a Cave de la Dîme, circa 40 chilometri a sud ovest di Strasburgo in locali, costruiti nel 1728, destinati a raccogliere l’antica tassa della decima fino alla Rivoluzione Francese. Stando alla documentazione ufficiale sembra che la famiglia Metz praticasse la viticoltura, sempre in quella zona, da almeno sette generazioni, fino ad arrivare ai nostri giorni con Céline Metz, la prima donna al comando dell’azienda di famiglia. I progetti di questa giovane donna non contemplavano la viticoltura ma, dopo gli studi tra Alsazia, Australia e Corsica, una carriera nel mondo della comunicazione e della consulenza gestionale tra Avignone, Strasburgo e Parigi. La sorte però ha voluto che, una volta rilevato il Domaine di famiglia, si sia trasferita in Alsazia, con il marito Jean-Michel, con l’obiettivo di riportarlo agli antichi splendori.
Oggi la tenuta si estende per 10 ettari, situati perlopiù nell’areale di Blienschwiller, frammentati in tante microparcelle, ognuna con caratteristiche uniche, su cui vengono coltivati i sette vitigni alsaziani tradizionali (Gewurztraminer, Muscat, Pinot Blanc, Pinot Grigs, Pinot Noir, Riesling e Sylvaner). In vigna si cerca di favorire la vitalità dei terreni (composti da granito, sabbie, limo e argille) mediante l’utilizzo di preparati organici coadiuvanti e la presenza di animali tra i filari. In cantina le uve, in ottimo stato di salute, vengono vinificate con una scrupolosa attenzione alle temperature e alle fermentazioni, con frequenti travasi e filtrazioni, il tutto condotto con un’attenzione alla sostenibilità e all’impatto ecologico di ogni operazione che è valso alla cantina la certificazione Terra Vitis.
Tra i vini prodotti merita un occhio di riguardo questo Pinot Noir Réserve de la Dîme le cui uve, dopo un’attenta vendemmia manuale e la diraspatura (in cantina), hanno svolto la fermantazione alcolica e la macerazione per 3-4 settiamne, in tini aperti. La fermentazione malolattica, invece, è avvenuta in botti di rovere dove il vino è anche invecchiato per circa un anno, prima di venir lievemente chiarificato ed imbottigliato.
L’annata 2018 sfoggia un colore tra il rubino e il cremisi, con un ventaglio olfattivo che parte su note di vinile e humus che lentamente lasciano spazio a prugna cotta, durone, lacca cinese e gomma bruciata, con una coda di ramo verde di china. Il gusto è abbastanza morbido e di grande freschezza (quasi un’idea di croccantezza), con buona sapidità e un tannino delicatissimo, con il ritorno della spezia scura e del ramo di china che è l’ultimo ricordo che resta dopo un finale di discreta lunghezza.
Punteggio: 88/100
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