Dal 1988, nel Collio Goriziano, terra segnata da una guerra fratricida durante la Seconda Guerra Mondiale, ha sede la cantina di Damijan Podversic, con i suoi vigneti, collocati sulla sommità del Monte Calvario, protetti da una fitta boscaglia. La vocazione alla viticoltura Damijan l’ha ereditata da suo nonno, che coltivava terre non di proprietà vendendone il vino per un pugno di mosche, e da suo padre, da cui ereditò appena mezzo ettaro. Solo con molti sacrifici e determinazione Podversic, coadiuvato dalla moglie Elena e dai suoi tre figli, è riuscito ad ampliare l’estensione dei vigneti, arrivando a possedere circa 10,5 ettari.
Per vinificare queste uve nel miglior modo possibile stanno per terminare i lavori di costruzione della nuova cantina, quasi interamente interrata per garantire una temperatura ambientale più fresca, grazie anche alle marne arenarie (ponka) lasciate a vista, basata sul principio di vinificazione per gravità. Qui saranno ospitate le uve, frutto di una viticultura di impronta naturale, anche se Damijan stesso ammette che “il vino in natura non esiste; per ottenerlo è necessario svolgere due attività tecniche: la vendemmia e la pigiatura, dopo di che partono le fermentazioni. Il lavoro più importante va fatto in vigna”.
Il punto di partenza è dunque l’uva, che viene raccolta manualmente a piena maturazione (ed anche oltre) e inviata in piccole cassette di legno alla cantina. Appena arrivata affronta il processo di vinificazione in legno, seguendo scrupolosamente le fasi lunari, con un lungo periodo di macerazione sulle bucce di circa 3 mesi (da quando parte la prima fermentazione tumultuosa spontanea fino al termine della malolattica) ed uno di affinamento in legno grande. Il vino Rosso Prelit, ad esempio, è un taglio di Merlot (70%) e Cabernet Sauvignon (30%) provenienti da due vigneti, Monte Calvario e Piedimonte, impiantati rispettivamente nel 1994 e nel 1967, tra i 110 e i 140 metri di altitudine. Per la sua produzione, fermentazione e macerazione avvengono in tini troncoconici e sono seguiti da un invecchiamento di 3 anni in botti da 20 o 30 hl, e per uno in bottiglia.
L’annata 2016 sfoggia un colore rubino intenso con screziatura granato, e un ventaglio olfattivo che si apre su note di prugna cotta, mora di rovo, concentrato di pomodoro e vinile, seguiti da confettura di amarena, eucalipto, pepe e radice di liiquirizia, con echi cionclusivi lievemente ossidati e boisée. Il palato alterna la morbidezza glicerica all’acidità ossidativa e alla freschezza balsamica, impreziosite da un tannino leggero e delicato; al tutto si unisce il ritorno della frutta rossa e della spezia che accompagnano il sorso ad una chiusura di ottima lunghezza.
Punteggio: 89/100
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