Per dare un’idea del prestigio di cui godono le terre attualmente in possesso della cantina Falkenstein occorre tornare indietro di 900 anni, nel XII secolo, quando un documento ufficiale parla per la prima volta del Bricco del Falco (in tedesco Falkenstein) come di un vigneto pregiato e ambito. Proprio in quell’area, a Naturno, 40 chilometri a nord di Bolzano, da almeno 200 anni, risiedeva la famiglia Pratzner, una famiglia dedita a una forma mista di allevamento bestiame e agricoltura. Date queste premesse, era solo questione di tempo prima che Franz Pratzner, nel 1989, dopo aver seguito la Scuola Agricola di Lainburg, decidesse di abbandonare la consolidata attività di produzione delle celebri mele della Val Venosta, per convertire tutta la sua azienda a cantina e vigneti. In questa rivoluzione Franz è accompagnato della moglie Bernadette e, col passare del tempo, anche dal supporto delle figlie Magdalena, che lo affianca in vigna, e Micaela che si occupa della parte commerciale e social.
La produzione annuale della cantina è di circa 90.000 bottiglie, ottenute grazie a una viticoltura che, come quelle della Valtellina, delle Cinque Terre e della Val d’Aosta, merita l’appellativo di eroica. I 12 ettari di vigneto posseduti, tra i 600 e i 900 metri di altitudine, con pendenze che arrivano a sfiorare il 65%, sono stati letteralmente sottratti alla montagna (il Sonnenberg) grazie alla costruzione di terrazzamenti trattenuti da semplici muri a secco. In un paesaggio così impervio le viti, piantate ad altissima densità (12.000 ceppi per ettaro), con un’esposizione a sud-sudovest, vengono coltivate, quasi esclusivamente manualmente, secondo una filosofia che coniuga il principio del rispetto delle risorse naturali con la convinzione che l’intervento umano sia comunque decisivo per ottenere un vino di alta qualità.
Tra i vari vini prodotti questa cantina è riuscita a conquistare i favori del pubblico e della critica grazie a quelli ottenuti dal Riesing che, grazie ai terreni secchi, alle pochissime piogge, alla grande ventilazione e alle escursioni termiche, che arrivano a segnare una differenza di 20 gradi tra giorno e notte, ragiungono grandissima complessità e piacevolezza gustolfattive. Dall’annata 2015 inoltre, la cantina ha dato alla luce il suo fiore all’occhiello: il Riesling Alte Rebe (Vecchie Vigne) che nasce da un piccolo appezzamento di viti di 30-35 anni su terreno di ardesia. Una volta raccolte con cura, le uve vengono inviate alla cantina dove fermentano e, successivamente, maturano per 10 mesi in grandi botti di acacia, per 5 in tini d’acciaio e per altri 12 in bottiglia, prima della commercializzazione.
L’annata 2018 sfoggia un colore giallo paglierino davvero lieve, con un ventaglio olfattivo che si apre sulla caratteristica nota di idrocarburi accompagnata da albicocca disidratata, pesca sciroppata e scorza di cedro, seguite da kumquat, pietra focaia e miele di corbezzolo, con echi conclusivi balsamici. Il palato è attraversato inizialmente da grande acidità che, progressivamente, viene riequilibrata dalla componente morbido-glicerica e dalla sapidità minerale; il tutto arricchito dal ritorno del frutto giallo, dell’idrocarburo e della pietra focaia che accompagnano il sorso fino a una chiusura di ottima lunghezza.
Punteggio: 92/100
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