Sebbene il nome di Enzo Pontoni dica relativamente poco alla stragrande maggioranza dei consumatori di vino, vale la pena ricordare che si tratta della mente e delle braccia che stanno dietro la cantina Miani, che produce con incredibile costanza vini rari e leggendari. La storia di Enzo comincia intorno ai primi anni ’80 quando decide di lasciare il settore metalmeccanico, in cui lavorava, per occuparsi a tempo pieno della cantina di famiglia di Buttrio (10 chilometri a sudest di Udine), e dei vigneti di famiglia, tra Buttrio e Corno di Rosazzo, nella denominazione Colli Orientali del Friuli.
Il “segreto” dei vini Miani è la perizia e la cura maniacale con cui viene seguita ogni fase della produzione del vino, costantemente con lo scopo di dare vita ad autentici fuoriclasse. I vigneti crescono su terreni ricchi di marna (la celebre ponca friulana), ad un’altitudine tra i 150 e i 300 metri, e vengono concimati con letame bovino. Le uve vengono trattate esclusivamente con rame e zolfo, e il trattamento viene interrotto durante la fase di invaiatura per evitare che tali sostanze restino sulle bucce degli acini al momento della vendemmia, “sporcando” il vino con i loro sentori. I due aspetti più caratteristici del lavoro in vigna sono, però, una resa delle viti incredibilmente bassa (dai circa 20 ettari gestiti, Enzo non ricava più di 20.000 bottiglie di vino all’anno) e la scelta di vinificare ogni singola vigna separatamente, esaltando il concetto di Cru tanto caro ai vini di Borgogna, a cui Enzo non fa mistero di ispirarsi. In cantina la filosofia seguita è costituita da un mix tra un approccio naturale (estrazioni delicatissime, senza controllo della temperatura) e la convinzione che la mano dell’uomo debba intervenire per trasformare le uve nel vino che Enzo ha in mente.
Tra i vini prodotti troviamo il Miani Colli Orientali del Friuli Rosso, un blend di Merlot, Refosco, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc che costituisce il punto di entrata, pur sempre di altissima qualità, nell’universo dei vini di Enzo. Dopo un’accurata vendemmia manuale e la successiva spremitura, il mosto di ogni singolo varietale fermenta separatamente in tini di rovere francese. Il successivo assemblaggio e affinamento ha luogo in barrique ed è seguito dall’imbottigliamento e dalla messa in commercio.
L’annata 2016 sfoggia un colore rubino intenso, materico e impenetrabile, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di amarena sotto spirito, prugna cotta, mora di gelso e crème de cassis, seguite da pot pourri, carrubo, oliva nera e vaniglia, con echi conclusivi di goudron, tabacco dolce da pipa, ebanisteria e accenni ematici. Il palato coniuga profondità, morbidezza glicerica e una fresca vena balsamica, incorniciate in un tannino polveroso delicatamente accennato; il tutto arricchito dal ritorno della frutta rossa surmatura e della componente ematica che accompagnano il sorso fino ad una chiusura di ottima lunghezza.
Punteggio: 90/100
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