In quel lembo di terra racchiuso dalla DOC Colli Orientali del Friuli, appena un chilometro a sud di Prepotto e a cinque ad est del confine con la Slovenia, sorge la cantina Le Due Terre. Si tratta di una realtà nata, nel 1984, della comune visione di Flavio Basilicata e sua moglie Silvana Forte che, dopo anni di lavoro presso altre cantine della zona, decisero di prendere in affitto i primi due ettari di terreno e dedicarsi alla produzione dei loro vini. Se oggi l’organico si è allargato, grazie contributo di Cora, la figlia di Flavio e Silvana, quella che non è venuta mai meno è l’idea di base su cui si fonda la produzione vitivinicola della cantina.
L’estensione attuale dei vigneti è di cinque ettari (tre di proprietà e due in affitto) suddivisi tra un appezzamento collinare prospiciente un bosco, di matrice marnosa, e uno a fondo valle, composto da argille e terre rosse; è proprio dalla differente composizione di questi due terreni che nasce il nome Le Due Terre. Ovviamente questa diversità implica la necessità di concepire due modelli colturali differenti, basati anche su tempistiche differenti, legate a differenti cicli vegetativi e vitigni: sul terreno marnoso crescono le uve a bacca bianca (Friulano e Ribolla Gialla) e il delicato Pinot Nero, su quello argilloso più pesante quelle a bacca rossa (Schioppettino, Refosco e Merlot).
Nonostante questa diversità, resta immutata la filosofia alla base delle scelte in vigna e in cantina, ispirata a principi di viticoltura etica che rifiuta omologazioni legate a un aggettivo o ad un altro (naturale, olistica, biodinamica, etc. etc.). Da un punto di vista squisitamente pratico questa posizione si traduce nello sviluppo della biodiversità, nel rifiuto della chimica in vigna e nell’inerbimento totale del vigneto (senza nessuna operazione di sfalcio); tutte azioni volte ad accompagnare con discrezione le viti durante il loro ciclo annuale. Anche in cantina, le uve vengono “accompagnate” con la stessa discrezione come nel caso del vino Sacrisassi Bianco, un taglio di Friulano (70%) e Ribolla Gialla (30%) vendemmiati tra la prima e la seconda settimana di Settembre. Una volta arrivate in cantina, dopo la delicata spremitura, queste uve vengono lasciate macerare e fermentare spontaneamente per un periodo che può oscillare tra i 7 e i 21 giorni. Sono quindi necessari 22 mesi di affinamento in barrique e tonneaux di vari passaggi prime che il vino sia pronto per la commercializzazione.
L’annata 2018 sfoggia un colore giallo paglierino di buona intensità, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di susina, kumquat, mela verde e biancospino, seguite da scorza di cedro, uva spina, miele di corbezzolo e iodio, con echi conclusivi di selce umida. Il palato colpisce per l’ampiezza e la morbidezza, cui si contrappongono quasi immediatamente la componente minerale iodata e un accenno di freschezza balsamica; il tutto arricchito dal ritorno della frutta a polpa gialla e della selce umida che accompagnano il sorso fino a una chiusura sapida e lunga.
Punteggio: 88/100
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