
Gli antichi imperatori Romani e, successivamente, quelli Tedeschi del Sacro Romano Impero, conoscevano molto bene l’alta qualità delle viti coltivate nella conca soleggiata di Bolzano, e facevano scorta di “Potzner”, il vino che vi veniva prodotto. Oggi, in quella stessa zona, sorge la Cantina Produttori Bolzano, una delle cantine cooperative più importanti dell’Alto Adige, formatasi nel 2001 dalla fusione della Cantina Gries (nata nel 1908) e quella di Santa Magdalena (fondata nel 1930). La cantina conta 224 soci che, guidati dall’enologo Stephan Filippi, gestiscono 340 ettari di vigneti, sparsi principalmente nel circondario di Bolzano, con alcune parcelle, come Santa Magdalena, 50 kilometri circa più a Nord-Ovest. La forza di questa cantina è data proprio dalla grande varietà di terreni su cui sorgono le sue vigne, caratterizzati anche da altitudini eterogenee che variano dai 200 ai 1000 metri sul livello del mare.
La filosofia produttiva è caratterizzata da un basso impatto energetico, come dimostra la nuova cantina in cui, dal 2018, le uve vengono lavorate partendo dal suo punto più alto, affrontando i vari step con un percorso a caduta, dal livello superiore a quello inferiore, fino all’ambiente più basso, dove ha luogo l’affinamento. L’adozione di queste procedure ha garantito un duplice vantaggio: un notevole risparmio energetico unito alla possibilità di svolgere tutte le fasi della vinificazione trattando le uve prima, e le masse poi, con estrema delicatezza, senza shock.
Nonostante la sua grandezza la cantina ha continuato a mantenere una tradizione familiare, promuovendo l’attaccamento dei singoli soci ai loro terreni, che conoscono e coltivano da decenni. Questo è il caso de Mock, un maso noto già alla fine del 13° secolo che si trova in Valle Isarco, a 500 metri di altitudine, ed è gestito da Karl Plattner e da suo figlio Armin. I terreni del Mock erano stati sempre coltivati con uve a bacca rossa ma, negli anni ’70, Karl decise di tentare una follia, piantando le prime 100 viti di Sauvignon; e la follia si trasformò in una decisione vincente poiché l’omonimo Sauvignon Mock è diventato uno dei vini più celebri dell’intera cantina. Non si è trattato di una vigna facile da gestire, poiché la pioggia invernale trascinava a valle la poca terra coltivabile, ma con tenacia la famiglia Plattner è riuscita a risolvere tutti i problemi. Gli interfilari, ad esempio, sono stati piantati con senape gialla, avena e trifoglio, le cui radici compattano il suolo e ne contrastano l’erosione, oltre ad arricchire la biodiversità in vigna, con le api, e gli altri insetti, attratti dalla ricchezza della flora. A settembre le uve raggiungono la piena maturazione e, dopo la vendemmia manuale, vengono selezionate in cantina prima di essere pressate delicatamente. La fermentazione avviene a temperatura controllata ed è seguita da un periodo di maturazione in acciaio (per mantenere la freschezza del vino) prima dell’imbottigliamento e della commercializzazione.
L’annata 2019 sfoggia un colore giallo paglierino con lievi riflessi verdolini, e un ventaglio olfattivo che si apre su toni di prugna gialla, mela cotogna, clorofilla e foglia di pomodoro, seguiti da ananas, mandarino cinese, peperone verde e miele di corbezzolo, con echi conclusivi di pietra focaia e selce. Il gusto è piuttosto morbido, con una buona acidità e una componente sapido-minerale che si alternano al centro della scena, il tutto accompagnato dal ritorno della frutta gialla e del vegetale che accompagnano il sorso fino a una chiusura di discreta lunghezza.
Punteggio: 88/100
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