La qualità dei modelli di agricoltura virtuosa sviluppatisi presso le pendici del vulcano, ormai estinto, del Vulture, è da secoli considerata di altissimo livello, in particolar modo per quanto riguarda la viticoltura. In queste terre l’uva Aglianico trova uno dei suoi habitat più favorevoli, dando vita a veri capolavori enoici, come diverse cantine, da tempo, sono state in grado di mostrare al pubblico degli enoappassionati più esigenti. Tra queste cantina, quella di Elena Fucci merita una menzione particolare essendo nata soltanto nel 2000, mentre Elena stessa stava ancora conducendo i suoi studi universitari in enologia.
Generoso Fucci infatti (il nonno di Elena) aveva acquisito, negli anni ’60, alcuni tra gli appezzamenti più rinomati del circondario, nella parte più alta della Contrada Solagna del Titolo ai piedi del Monte Vulture. Si trattava di sei ettari di vitigno Aglianico, composti da piante che oggi hanno 70 anni di età, le cui uve venivano rivendute a imbottigliatori di maggiori dimensioni, riservandone una piccola parte ad uso personale, per ottenere il vino per il quotidiano consumo familiare. Gli anni passavano e Generoso avvertiva sempre più stancante il lavoro in vigna per cui la famiglia decise di mettere in vendita quei terreni talmente preziosi che i potenziali acquirenti ci misero meno di un lampo a bussare alle porte di casa Fucci.
È qui che la nostra storia prende una piega diversa perché la giovane Elena avverte lo spleen di baudelairiana memoria e comprende che non si può lasciarsi sfuggire dalle mani, sia pur per molti soldi, un tesoro ampelografico così prezioso. Finiti gli studi in viticoltura, e coadiuvata ancora dall’ormai ottantenne nonno Generoso, e dal padre Salvatore, decide di dedicarsi alle vigne di famiglia, investendo tutto su un unico vino che prende il nome della contrada di provenienza: Titolo! I riconoscimenti non tardano ad arrivare e così, lentamente, la linea di produzione si allarga fino a comprendere, oggi, anche una versione affinata in anfora per 18 mesi, e una versione rosata: il Titolo By Anphora e il Titolo Pink Edition.
Avendo avuto modo di assaggiare tutti e tre i vini a una degustazione devo dire che li ho sinceramente apprezzati, anche se, per il mio personalissimo gusto, il Titolo “originale” è quello che continua a convincermi di più. Si tratta, ovviamente, di un Aglianico del Vulture doc prodotto secondo una filosofia che rifiuta interventi chimici, rispetta i normali cicli della natura, tutto con l’intenzione di esaltare al massimo questo particolare terroir fortemente minerale, dal colore scuro e ricco di pozzolana. A fine ottobre avviene la vendemmia, rigorosamente manuale, in piccole cassette di legno, seguita dalla diraspatura, da una pigiatura soffice e dalla fermentazione e macerazione a temperatura controllata. Il vino ottenuto matura 12 mesi in barriques nuove e, dopo l’imbottigliamento, affina per altri 12 mesi in bottiglia, prima della commercializzazione.
L’annata 2019 sfoggia un colore rubino intenso e materico, accompagnato da un ventaglio olfattivo che si apre su note di amarena, arancia rossa, ribes rosso ed eucalipto, seguite da pot pourri, ramo verde di china, rabarbaro e anice stellato, con echi conclusivi di tabacco aromatico da pipa e carpenteria. Il palato è dotato di una sottigliezza tale da mettere in secondo piano la naturale morbidezza, assieme a un tannino delicato e a una freschezza dissetante; il tutto unito dal ritorno della frutta rossa più fresca che accompagna il sorso a una chiusura di notevole lunghezza.
Punteggio: 93/100
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