
La famiglia Pellizzati è dedita da più di un secolo e mezzo alla produzione del vino in Valtellina, una valle di origine glaciale che si estende parallelamente all’arco alpino per 120 chilometri, dal passo dello Stelvio fino al lago di Como. Le prime documentazioni ufficiali parlano dei vini di questa famiglia già nel 1860, e raccontano come quest’ultima abbia continuato a produrli, attraverso quattro generazioni. Anche se nel 1973 il marchio e l’attività furono ceduti, appena 11 anni dopo, nel 1984, Arturo Pellizzatti Perego decise di riprendere in mano la viticoltura, rientrando in possesso della sua parte di vigneti e degli spazi per l’affinamento in località Grumello, a Buon Consiglio. Da allora la cantina ha continuato il suo lavoro di valorizzazione del Nebbiolo alpino attraverso i figli di Arturo, Isabella, Emanuele e Guido.
Produrre vini in Valtellina è una vera e propria scelta di vita, e anche piuttosto faticosa, poiché significa ingaggiare una vera e propria lotta contro le montagne, al fine di tutelare i vigneti terrazzati, sempre necessariamente esposti a sud, ricavati con fatica sul versante meridionale delle montagne stesse. Un aspetto che salta immediatamente agli occhi è la lavorazione dei terrazzamenti esclusivamente manuale, visto che sarebbe materialmente impossibile farvi arrivare un trattore, e questa situazione comporta la necessità di moltissime ore di lavoro per ogni singolo ettaro, fino a 1500 (contro le 100/200 circa in terreni più ospitali). Nella cantina, scavata nella roccia, non esistono ricette preconfezionate e si preferisce esaltare le peculiarità di ogni singola annata mediante alcune operazioni che, col passare del tempo, sono diventate un vero marchio di fabbrica. Alle lunghe macerazioni (fino a oltre tre mesi), per la migliore estrazione possibile, seguono affinamenti altrettanto lunghi (oltre 10 anni per i vini più celebri), tra botte e bottiglia, al fine di ottenere maggiore eleganza.
Nel comune di Grumello, a 370 metri di altitudine, su terrazzamenti con muri di sette metri completamente inerbiti, nasce il Valtellina Superiore Grumello Riserva Buon Consiglio docg. Le uve, raccolte manualmente e portate a spalla, in ceste di vimini, lungo sentieri scoscesi tracciati dall’uomo in mezzo alle rupi, fermentano e macerano per circa due mesi, prima di riposare per cinque anni in botti grandi (50 hl) e, successivamente, in bottiglia.
L’annata 2009 sfoggia un colore rubino estremamente delicato, screziato di granato, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di ribes rosso, mirtillo, durone e violetta appassita, seguite da arancia rossa, fiori montani, erbe balsamiche e vinile, con echi conclusivi di resina, tabacco biondo e goudron. Il palato è caratterizzato da grande freschezza balsamica e acidità citrica, con la morbidezza che svolge solo un ruolo da comprimario, insieme alla componente sapido-minerale e a tannini eleganti; il tutto impreziosito dal ritorno retro-olfattivo della frutta rossa, dei fiori e delle spezie che accompagnano il sorso fino a una succosa di eccellente lunghezza.
Rting: 92/100
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