La cantina marchigiana Garofoli, a Castelfidardo (in provincia di Ancona), ha radici davvero profonde, che risalgono al 19° secolo, visto che già intorno al 1870 Antonio Garofoli si occupava di produrre e vendere vini in quelle zone. Il vero patriarca di questa cantina è però suo figlio Gioacchino che, nel 1901, ampliò e riorganizzò l’attività paterna, facendola confluire nella ditta vitivinicola Gioacchino Garofoli. Da allora è passato più di un secolo e questa cantina continua a essere di proprietà della famiglia Garofoli, con la quarta generazione (Carlo e Gianfranco) che possiede tutte le quote della società, e la quinta che, dal 2005, ha cominciato a fare ingresso in azienda.
Questa azienda familiare coltiva in proprio buona parte delle uve necessarie per la produzione dei loro vini, ricorrendo però anche a conferitori selezionati che, da tantissimo tempo, vendono in esclusiva le loro uve. L’estensione dei vigneti di proprietà è di circa 50 ettari sparsi in 4 diverse località, tra il comune di Ancona e quello di Castelfidardo, ognuna delle quali è destinata alla produzione di una specifica tipologia di vini. Le pratiche di vigna seguite, sono ispirate ad un sapiente mix tra il rispetto delle pratiche agronomiche tradizionali, tramandate gelosamente di padre in figlio dai contadini di quelle terre, e il ricorso alle tecnologie di più recente concezione, tutto al fine di favorire lo sviluppo più corretto e sano delle uve.
Quasi la metà dell’intera produzione della cantina è data da i vini a base Verdicchio e, tra di essi, la punta di diamante è rappresentata dal Verdicchio dei Castelli di Jesi Selezione Gioacchino Garofoli, un Grand Vin che vede la luce soltanto in annate di assoluta eccellenza qualitativa. Dalle viti di Verdicchio, piantate su terreni ricchi di sabbia e argilla nella zona Classica dei Castelli di Jesi, si ottengono circa 70 quintali di uve per ettaro, frutto di un’accurata selezione in pianta, durante una vendemmia lievemente posticipata. In cantina, la pressatura delicata, a grappolo intero, è seguita dalla decantazione spontanea a freddo del mosto e dalla sua fermentazione, sempre a bassa temperatura. Il vino ottenuto affina per due anni in serbatoi di acciaio inox, a temperatura controllata (14°C), e per almeno altri otto mesi in bottiglia in ambienti termocondizionati.
L’annata 2010 sfoggia un colore giallo paglierino molto intenso, che comincia a virare verso il dorato, e un ventaglio olfattivo che si apre su note di scorza di cedro, clorofilla, pesca nettarina e albicocca disidratata, seguite da kumquat, ananas, miele di corbezzolo e conchiglia combusta, con lievi echi conclusivi di idrocarburo e iodio. Il palato ha un attacco morbido e potente che, lentamente, cede spazio a una intensa nota sapida e a una discreta freschezza balsamica; il tutto arricchito dal ritorno della frutta gialla e dell’idrocarburo che accompagnano il sorso fino ad una chiusura con la caratteristica nota iodata e ammandorlata.
Punteggio: 90/100
Vuoi scoprire cosa posso fare per te? Clicca qui!