La storia dell’attuale Domaine Henri Boillot inizia nei primi anni del ‘900 quando questa famiglia cominciò a produtrre vino in Borgogna, negli areali di Puligny-Montrachet e di Volnay. Tra le figure di spicco di questa cantina vale la pena di menzionare il nonno di Henri (anche lui Henri), il primo a sfuttare le vigne di proprietà della famiglia Boillot, e suo figlio Jean che espanse considerevolmente i vigneti di proprietà. Henri entrò nel domaine intorno al 1975 e cominciò a far gavetta finno a divenirne responsabile intorno ai primi anni ’90, mentre già nel 1995 cominciò ad implementare i vini prodotti, grazie a un attento lavoro come negociant. Dal 2008 Henri è affiancato dal figlio Guiillaume che, dal 2012, dirige i lavori in vigna e soprassiede alla vinificazione dei rossi.
Nei 14 ettari di vigneto il lavoro di questa maison si caratterizza per una interazione con la natura il più rispettosa possibile, con gli interventi sulle piante ridotti al minimo, secondo una filosofia oggi molto di moda che qui veniva già applicata negli anni ’90. Parallelamente Henri continua ad acquistare le uve da alcuni negociants di fiducia i cui nomi continuano a rimanere segreti da oltre 40 anni, ma le cui uve si dice abbiano un livello qualitativo che molti produttori possono soltanto sognare di raggiungere. In cantina, ovviamente, il principio seguito è quello del esaltare quanto più possibile la grande qualità delle uve racolte, affidandosi a principi di vinificazione e affinamento di stampo tradizionale.
Per quanto riguarda il Volnay 1er Cru Les Fremiets ad esempio, le uve provengono da viti di più di 50 anni piantate, su un terreno argilloso-calcareo di 2,4 ettari, con una densità pari a 10.000 piante per ettaro, la cui resa non supera i 30 ettolitri sempre per ettaro. Una volta raccolte manualmente e arrivate in cantina, le uve vengono controllate due volte sul tavolo di cernita, prima di essere diraspate manualmente e lasciate macerare a freddo (8 gradi centigradi). La fermentazione alcolica, che dura circa un mese ed è accompagnata da costanti follature, per estrarre il massimo colore e sapore dagli acini, è seguita da un periodo di affinamento di circa 18 mesi prima dell’imbottigliamento, senza filtrazione, e della messa in commercio.
L’annata 2010, ancora interamente gestita da Henri, sfoggia un colore granato con un principio di arancio sull’unghia, e un ventaglio olfattivo che si apre su note di fragolina di bosco, granatina di amarena, melagrana e pot pourri, seguite da arancia sanguinella, oliva nera, vinile e cuoio giovane, con ehi conclusivi di incenso ed empireumatici. Il palato è irradiato da una vibrante acidità e da una trama tannica intensa ed elegante, sul cui sfondo emergono un accenno di morbidezza e di sapidità; il tutto arricchito dal ritorno della frutta rossa, delle spezie e della componente empireumatica che accompagnano il sorso fino a una chiusura di ottima lunghezza.
Punteggio: 90/100
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